Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/120


 [79]
Giá in ogni parte, gli animanti laſſi
     Dauan ripoſo a i trauagliati ſpirti:
     Chi ſu le piume: e chi ſu i duri faſſi
     E chi ſu P herbe: e chi ſu faggi o mirti
     Tu le palpebre Orlando a pena abbaſſi
     Punto da tuoi penſieri, acuti, & hirti
     Ne quel ſi breue: e fuggitiuo ſonno
     Godere in pace ancho laſciar ti ponno.

 [80]
Parea ad Orlando, s’ una verde riua
     D’odoriferi fior tutta dipinta:
     Mirare il bello auorio, e la natiua
     Purpura e’ hauea Amor di ſua ma tinta:
     E le due chiare ſtelle, onde nutriua
     Ne le reti d’ amor P anima auinta,
     Io parlo de begliocchi, e del bel volto,
     Ch glihano il cor di mezo il petto tolto.

 [81]
Sètia il maggior piacer la maggior feſta
     Che ſentir poſſa alcun felice amante,
     Ma ecco intanto vſcire vna tempeſta
     Che ſtruggea i fiori, & abbatea le piate,
     Non ſé ne ſuol veder ſimile a queſta
     Quado gioſtra Aqlone, Auſtro e leuate
     Parea, che per trouar qualche coperto
     Andaffe errando in van per vn deſerto.

 [82]
In tanto l’infelice (e non fa come)
     Perde la donna ſua per l’aer ſoſco:
     Onde di qua e di la del ſuo bel nome
     Fa riſonare ogni campagna e boſco,
     E mentre dice indarno: miſero me
     Chi ha cangiata mia dolcezza in toſco,
     Ode la donna ſua, che gli domanda
     Piangendo aiuto, e ſé gli raccomanda.

 [83]
Onde par ch’eſca il grido, va veloce:
     E quinci e quindi s’ affatica assai:
     O quanto e il ſuo dolore aſpro & atroce
     Che non può riuedere i dolci rai,
     Ecco ch’altronde ode da vn’ altra voce
     Non ſperar piú gioirne in terra mai,
     A queſto horribil grido rifueglioffi
     E tutto pien di lachryme trouoſſi.

 [84]
Senza penſar che ſian P imagin falſe
     Quando per tema, o per diſio ſi ſogna,
     De la donzella per modo gli calſe
     Che ſtimo giúta a dáno, od’ a vergogna,
     Che ſulminando ſuor del letto falſe,
     Di piaſtra e maglia, quanto gli biſogna
     Tutto guarniffi, e Brigliadoro tolſe,
     Ne di feudiero alcun ſeruigio volſe.

 [85]
E per potere entrare ogni ſentiero
     Che la ſua dignitá macchia non pigli,
     Non P honorata inſegna del quartiero
     Diſtinta di color bianchi e vermigli:
     Ma portar volſe vn’ ornamento nero
     E ſorſè accio, ch’al ſuo dolor ſimigli,
     E qllo hauea giatolto avno Amoſtante:
     Ch’uccife di ſua man pochi anni inante.

 [86]
Da meza notte tacito ſi parte
     E non ſaluta e nò fa motto al Zio,
     Ne al ſido ſuo compagno Brandimarte,
     Che tanto amar ſolea, pur dice a Dio,
     Ma poi che ’l Sol co l’auree chiome ſparte
     Del ricco Albergo di Tithoevſcio,
     Et ſé l’ombra fugire humida e nera
     S’auide il Re che ’l paladin non vera.