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Aſſalto li guardiani all’improuiſo,
     E ſi caccio tra lor col ferro in mano,
     E qual laſcio ferito, e quale vcciſo:
     E corſe ſuor del ponte amano amano,
     E prima che n’haueſſe Alcina auiſo,
     Di molto ſpatio, ſu Ruggier lontano,
     Diro nel altro canto, che via tenne
     Poi come a Logiſtilla ſé ne venne,



CANTO OTTAVO



 [1]

O
Quate ſono incantatrici: o quanti

     Incantator tra noi, che non ſi fanno.
     Che con lor arti: huomini e donne, amanti
     Di ſé: cangiando iuiſi lor: fatto hanno.
     Non con ſpirti conſtretti tali incanti
     Ne con oſſeruation di ſtelle fanno,
     Ma co ſimulation, menzogne e ſrodi,
     Legano i cor d’indiſſolubil nodi.

 [2]
Chi l’anello d’Angelica: o piū toſto
     Chi haueſſe quel de la ragion, potria
     Veder a tutti il viſo, che naſcoſto
     Da ſintione e d’arte non faria,
     Tal ci par bello e buono che depoſto
     Il liſcio, brutto e rio ſorſè parria:
     Fu gran ventura quella di Ruggiero,
     C’hebbe l’annel ch gli ſcoperſe il vero.

 [3]
Ruggier (come io dicea) diſſimulando
     Su Rabican venne alla porta armato,
     Trovo le guardie ſprouedute: e quando
     Giunſe tra lor: no tenne il brando a lato
     Chi morto, e chi a mal termine laſciado
     Eſce del potè, e il raſtreilo ha ſpezzato,
     Prende al boſco la via: ma poco corre,
     Ch’ad vn de ſerui de la fata occorre.

 [4]
Il ſeruo ipugno hauea ū augel griſagno
     Che volar co piacer facea ogni giorno:
     Hora a capagna, hora a u vicino ſtagno,
     Doue era ſempre da far preda intorno
     Hauea da lato il can ſido compagno,
     Caualcauavn ronzin no troppo adorno,
     Ben pèſo che Ruggier douea ſuggire,
     Quando lo vide in tal fretta venire.

 [5]
Se gli ſé incontra e co ſembiante altiero
     Gli domando perche in tal fretta giſſe,
     Riſpóder no gli volſe il buò Ruggiero,
     Perciò colui piū certo che ſuggiſſe
     Di volerlo arreſtar fece penſiero,
     Et diſtendendo il braccio manco diſſe
     Che dirai tu ſé ſubito ti fermo?
     Se cótra qſto augel no haurai ſchermo?

 [6]
Spinge l’augello, e quel batte ſi l’ale,
     Che non l’auanza Rabican di corſo,
     Del palaſreno il cacciator giū ſale:
     E tutto a vn tépo gli ha leuato il morſo,
     Quel par da l’arco vno auentato ſtrale
     Di calci ſormidabile e di morſo
     E ’l ſeruo dietro ſi veloce viene
     Che par ch’il vèto, anzi che il fuoco il mene.