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E ſeguitando, del modo narrolle
Che diſegnato hauea d’adoperarlo,
Per trar del regno effeminato e molle
Il caro amate, e in Fratria rimenarlo,
Bradamante l’annel del dito tolle,
Ne ſolamente hauria voluto darlo:
Ma dato il core, e dato hauria la vita
Pur che n’ hauelTe il ſuo Ruggiero aita,
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Le da l’annello, e ſé le raccomanda,
E piú le raccomanda il ſuo Ruggiero,
A cui per lei mille ſaluti manda.
Poi preſe ver prouenza altro ſentiero,
Ando l’incantatrice a vn’ altra banda
E per porre in effetto il ſuo penderò
Vn palaſren fece apparir la ſera,
C haueavn pie roſſo eogn’ altra pte nera
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Credo ſuſſe vn’Alchino: o vn Farfarello
Che da l’inferno in quella ſorma traſſe,
E ſcinta e ſcalza monto fopra a quello,
A chiome ſciolte, e horribilméte paſſe,
Ma ben di dito ſi leuo Pannello,
Perche gl’incanti ſuoi non le vietane,
Poi con tal fretta andò, che la matina
Si ritrouo ne l’iſola d’ Alcina.
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Di faccia, di parole, e di ſembiante:
Si lo ſeppe imitar: che totalmente
Potea parer l’incantatore Athlante:
Poi ſi naſcofe, e tanto poſe mente,
Che da Ruggiero allontanar l’Amante,
Alcina vide vn giorno ſinalmente,
E ſu gran ſorte: che di ſtare o d’ire
Senza eſſo vn’hora potea mal patire.
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Soletto lo trouo come lo volle,
Che ſi godea il matin freſco e ſereno
Lúgovn bel rio, ch diſcorrea d’ un colle
Verſo vn laghetto limpido & ameno,
Il ſuo veſtir, delitioſo e molle
Tutto era d’ otio e di laſciuia pieno,
Che de ſua ma gli hauea di ſeta, e d’ oro
Teffuto Alcina con ſottil lauoro.
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Di ricche geme, vn ſplendido monile
Gli diſcendea dal collo in mezo il petto
E ne l’uno e ne P altro giá virile
Braccio, giraua vn lucido cerchietto,
Gli hauea ſorato vn ſil d’ oro ſottile
Ambe l’orecchie: I ſorma d’ annelletto,
E due gran perle pendeuano quindi,
Qua mai no hebbo gli Arabi ne gl’Indi
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Quiui mirabilmente trasmutoſſe,
S’accrebbe piú d’un palmo di ſtatura,
E ſé le membra a proportion piú groſſe,
E reſto apunto di quella miſura
Che ſi penſo che ’l Negromante foſſe,
Quel che nutri Ruggier co ſi grá cura,
Veſti di lunga barba le maſcelle
E ſé creſpa la ſronte e l’altra pelle.
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Humide hauea l’innanellate chiome
De piú ſuaui odor che ſieno in prezzo,
Tutto ne geſti era amoroſo, come
Foſſe in Valèza a ſeruir donne auezzo,
Non era in lui di ſano altro che ’l nome
Corrotto tutto il reſto: e piú che mezzo
Coſi Ruggier ſu ritrouato: tanto
Da V eſſer ſuo mutato per incanto.