Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/104


 [32]
Hor per l’ombroſe valli: e lieti colli
     Vanno cacciando le pauroſe lepri,
     Hor con ſagaci cani, i fagian ſolli
     Co ſtrepito vſcir fan di ſtoppie e vepri,
     Hor a tordi lacciuoli, hor veſchi molli
     Tendon tra gli odoriſeri Ginepri,
     Hor con hami ineſcati: & hor con reti:
     Turbano a peſci i grati lor ſecreti.

 [33]
Staua Ruggiero in tanta gioia e feſta
     Mètre Carlo in trauaglio & Agramate:
     Di cui l’hiſtoria, io non vorrei p queſta
     Porre in oblio, ne laſciar Bradamante:
     Che con trauaglio, e con pena moleſta
     Pianſe piú giorni il diſiato amante:
     C’hauea per ſtrade diſuſate e nuoue
     Veduto portar via: ne ſapea doue.

 [34]
Di coſtei prima che de glialtri dico:
     Che molti giorni andò cercado invano:
     Pei boſchi ombroſi: e p lo capo aprico
     Per ville, per citta, per monte, e piano:
     Ne mai potè ſaper del caro amico
     Che di tanto interuallo era lontano:
     Ne l’hoſte ſaracin ſpeffo venia:
     Ne mai del ſuo Ruggier ritrouo ſpia.

 [35]
Ogni di ne domanda a piú di cento:
     Ne alcun le ne fa mai render ragioni:
     D’alloggiamento va in alloggiamento
     Cercandone e trabacche, e padiglioni,
     E lo può far: che ſenza impedimento
     Paſſa tra cauallieri: e tra pedoni:
     Merce all’anel, ch ſuor d’ogni huma vſo
     La fa ſparir quando l’e in bocca chiuſo.

 [36]
Ne può ne creder vuol che morto ſia:
     Perche di ſi grande huom l’alta mina
     Da l’onde Idaſpe vdita ſi faria
     Fin doue il Sole a ripoſar declina,
     Non fa ne dir, ne imaginar che via
     Far poſſa, 01 cielo, o 1 terra, e pur meſchina
     Lo va cercando: «e per compagni mena
     Soſpiri e pianti, & ogni acerba pena.

 [37]
Penſo al ſin di tornare alla ſpelonca
     Doue eran l’oſſa di Merlin propheta.
     E gridar tanto intorno a quella conca:
     Che ’l ſreddo marmo ſi moueſſe a pietá,
     Che ſé viuea Ruggiero, o gli hauea tróca
     l’alta neceſſita la vita lieta:
     Si ſapria qndi, e poi s’ appiglierebbe
     A quel miglior gfiglio che n’ haurebbe.

 [38]
Con queſta intention, preſe il camino
     Verſo le ſelue proſſime a Pontiero,
     Doue la vocal tomba di Merlino
     Era naſcoſa in loco alpeſtro e fiero,
     Ma quella Maga che ſempre vicino
     Tenuto a Bradamáte hauea il penſiero:
     Quella dico io, che nella bella grotta
     l’hauea de la ſua ſtirpe iſtrutta e dotta.

 [39]
Quella benigna e ſaggia incantatrice
     Laquale ha ſempre cura di coſtei,
     Sappiendo ch’eſſer de progenitrice
     D’huomini inuitti: anzi di Semidei:
     Ciaſcun di vuol ſaper che fa, che dice,
     E getta ciaſcun di ſorte per lei,
     Di Ruggier liberato, e poi perduto,
     E doue in India andò, tutto ha ſaputo.