Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/102


 [16]
Hauea in ogni ſua parte vn laccio teſo
     O parli: o rida: o canti: o paſſo muoua:
     Ne marauiglia e ſé Ruggier n’ e preſo
     Poi che tanto benigna ſé la truoua,
     Quel che di lei giá hauea dal Mirto iteſo
     Com’e pſida e ria, poco gli gioua,
     Ch’ inganno o tradimèto non gli e auiſo,
     Che poſſa ſtar con ſi ſoaue riſo.

 [17]
Anzi pur creder vuol: che da coſtei
     Foſſe conuerſo Aſtolfo in ſu l’arena,
     Per li ſuoi portamenti ingrati e rei
     E ſia degno di queſta. e di piú pena,
     E tutto quel ch’udito hauea di lei
     Stima eſſer falſo: e che vendetta mena
     E mena aſtio & inuidia quel dolente
     A lei biaſmare, e che del tutto mente.

 [18]
La bella donna, che cotanto amaua
     Nouellamente gli e dal cor partita,
     Che per incanto Alcina gli lo lana
     D’ ogni antica amoroſa ſua ferita,
     E di ſé ſola, e del ſuo amor lo graua
     E in quello eſſa riman ſola ſculpita,
     Si che ſcuſar il buon Ruggier ſi deue:
     Se ſi moſtro quiui inconſtante: e lieue.

 [19]
A quella menſa Cithare, Arpe, e Lyre,
     E diverſi altri diletteuol ſuoni
     Faceano intorno l’aria tintinire,
     D’ armonia dolce: e di concenti buoni:
     Non vi mancaua chi cantando dire
     D’Amor ſapeſſe: gaudii: e paſſioni,
     O con inuentioni, e Poefie,
     Rapprefentaffe grate fantafie.

 [20]
Qual menſa triomphante, e ſuntuoſa,
     Di qual ſi voglia ſucceſſor di Nino:
     O qual mai tanto celebre: e famoſa:
     Di Cleopatra al vincitor latino,
     Potria a qſta eſſer par, che l’amoroſa
     Fata hauea poſta inanzi al paladino,
     Tal non cred’ io che s’ apparecchi doue
     Miniſtra Ganymede al ſommo Gioue.

 [21]
Tolte che fur le menſe, e le viuande
     Facea ſededo I cerchio vn giuoco lieto,
     Che ne l’orecchio l’un l’altro domande
     Come piú piace lor, qualche ſecreto,
     Ilche a gli amanti ſu comodo grande:
     Di ſcoprir l’amor lor ſenza diuieto
     E ſuron lor conclufioni eſtreme
     Di ritrouarſi quella notte inſieme.

 [22]
Finir quel giuoco toſto, e molto inanzi
     Che non ſolea la dentro eſſer coſtume,
     Con torchi allhora i paggi entrati inazi
     Le tenebre cacciar con molto lume,
     Tra bella compagnia dietro e dinanzi:
     Ando Ruggiero a ritrouar le piume,
     In vna adorna e ſreſca cameretta,
     Per la miglior di tutte l’altre eletta.

 [23]
E poi che di confetti: e di buon vini
     Di nuouo fatti fur debiti inuiti:
     E partir glialtri riuerenti, e chini, _
     Et alle ſtanze lor tutti ſono iti:
     Ruggiero entro ne profumati lini
     Che pareano di man d’ Arachne vſciti,
     Tenendo tuttauia l’orecchie attente:
     S’anchor venir la bella donna ſente.