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viii prefazione

mente tempo opportuno, né mente serena per attendere di nuovo alla revisione dell’Orlando Furioso, pubblicato già la seconda volta pochi mesi prima della sua partenza, nel 1521. Sicché, essendo egli assente, le edizioni del poema, che comparvero in Ferrara tra il 1522 e il 1526, devono ritenersi falsificate e impresse a scopo di lucro, all’insaputa e contro la volontà dell’autore. L’ufficio di commissario ebbe tuttavia un vantaggio per l’Ariosto, quello d’avergli dato agio d’accumulare tanto danaro, che al ritorno gli fu sufficiente per acquistare in via Mirasole, poco lungi dalla chiesa di San Benedetto, un terreno con orto, sul quale edificò una casa piccola, modesta, di bell’aspetto e adatta per lui, parva, non sordida, sed apta mihi, come fece incidere nel distico latino del frontone. Quivi, nelle stanze silenziose, dentro le quali gli alberi dell’attiguo giardino gettavano un’ombra grata, lieto della compagnia d’Alessandra Strozzi che amò d’immutabile affetto, si raccolse, ritirato da tutti i commerci, come scrive un suo biografo, e rievocò le gioconde visioni poetiche della sua prima gioventù 1. Aveva finalmente ritrovato quella dolce quiete dell’animo, senza la quale non gli sarebbe stato possibile verseggiare, anche se n’avesse avuto l’ispirazione:

          Né d’Ascra potrien né di Libetro
          Le amene fonti, senza il cuor sereno,
          Far da me uscir gioconda rima o metro 2.

E così occupò il tempo in quegli ultimi anni nel dirigere il teatro nel palazzo degli Este, secondo che il duca gli aveva commesso, e nella revisione del poema, alternando di tratto in tratto la fatica letteraria con la coltura de’ fiori e degli alberi da frutta del suo orto.

Ma la revisione e la correzione dell’Orlando fu il suo primo pensiero; poiché delle diciotto ristampe, che se n’erano fatte dalla prima

  1. G. Garofalo, Vita di m. Lodovico Ariosto e G. B. Pigna, Vita di m. Lodovico Ariosto, in Orlando Furioso delle annotazioni de' più celebri autori che sopra esso hanno scritto e di altre utili e vaghe giunte adornato, In Venezia, S. Orlandini, MDCCXXX; S. Fornari, La vita di Lodovico Ariosto, Ferrara, 1807.
  2. Satire di L. Ariosto, Sat. V, 133-135.