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64 i suppositi.

mente il cuor mio, che tu non pensi: ma non ti vô dire più innanzi.

Nutrice.     Ho piacere che tu abbi mutato proposito.

Polimnesta.     Anzi non l’ho mutato, nè voglio mutarlo.

Nutrice.     Che di’ tu adunque?

Polimnesta.     Ch’io non amo Dulipo nè un famiglio, e non ho mutato nè mutar voglio proposito.

Nutrice.     O questo non può stare insieme, o ch’io non t’intendo: parlami chiaro.

Polimnesta.     Non ti vô dir altro, perchè ho dato la fè di tacerlo.

Nutrice.     Stai di narrarlo per dubbio ch’io lo riveli? Tu ti fidi di me in quello che t’importa l’onore e la vita; e temi ora narrarmi cotesto, che certissima sono essere di poco momento verso gli altri secreti di che io son di te consapevole?

Polimnesta.     La cosa è di più importanza che non ti pensi; e volentieri te la direi, quando tu mi prometta non solo di tacerla, ma di non fare segno alcuno onde sospicare si possa che la sappi.

Nutrice.     Così ti do la fede mia; sicchè parla securamente.

Polimnesta.     Sappi che costui che réputi che sia Dulipo, è nobilissimo siciliano, ed è il suo vero nome Erostrato, figliuolo di Filogono, uno de’ più ricchi uomini di quel paese.

Nutrice.     Come Erostrato? non è Erostrato questo vicin nostro il quale...

Polimnesta.     Taci, se vuoi, e ascoltami, ch’io ti chiarirò del tutto. Quello che infin qui Dulipo hai reputato, è, come io ti dico, Erostrato, il quale venne per dare opera agli studi in questa città, ed essendo appena uscito di barca, mi scontrò nella Via Grande,1 e subito s’innamorò di me; e di tal veemenzia fu questo amor suo, che in un tratto mutò consiglio, e gettò da parte e libri e panni lunghi, e deliberòssi ch’io sola il suo studio fussi; e per aver comodità di vedermi e di ragionar meco, cambiò li panni, il nome e la condizione con Dulipo suo servo, che solo aveva di Sicilia menato seco: sì che egli, quel dì medesimo, di Erostrato padrone e studente, si fece Dulipo famiglio, e, nell’abito che tu il vedi, studente di amore; e tanto per diversi mezzi tramò, che dopo alcuni dì gli venne fatto di acconciarsi per famiglio di mio padre.


  1. Una delle contrade di Ferrara.