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credo di mandarvi un altro disegno della veste; ma non l’ho potuto ancor aver dal maestro. A me piace più del primo; e l’uno e l’altro non è stato più visto: ed io, senza che voi me lo ricordassi, non farei fare una simil cosa che fosse stata vista indosso ad altri. Ho parlato con la consorte; la quale, prima, si vi raccomanda per infinite volte. Circa li ventagli, quel dal manico d’oro vorría che fosse di penne morelle gialle, alla similitudine della veste; l’altro dal manico bianco fosse anco di penne bianche. Le sottane, ne vorría una di raso incarnato listata di tela d’oro, o di quello che piacerà a voi; l’altra di velluto alto e basso,1 di colore che parrà a voi: e così d’ogni cosa si rimette al parer vostro; chè tutto quello chè piacerà a voi, piacerà a lei ancora. Del raso bianco, qui non se ne trova braccio, ch’io n’ho fatto cercar per tutto: bisognerà che mandiamo a Bologna, non vi piacendo di quello di Venezia. Della seta chermisina ch’avevo domandata, non la vorrei più; ma in quel cambio, due onze di morella, ch’abbia il chermisino, che non perda il colore a lavarsi; e quattro onze d’oro, che sia sottile e ben coverto. Lo potrete far vedere a persone che se n’intendano, perchè vorría far un colletto al modo della veste: e mandatelo presto, perchè si possa cominciar a lavorare; chè in queste cose bisogna mettere assai tempo. Oltra quello che vi scrisse madonna Alessandra, il cancelliero vi conforta di espedirvi tosto, perchè sempre fu pericolo nell’indugio. E l’uno e l’altro, e prima la consorte e messer Guido senza fine vi si raccomandano.
- Ferrariæ, 23 iulii 1532.
Vostra, |
Fuori — Al Magn. Messer Giovanfrancesco de’ Strozzi, a Venezia.
- ↑ Espressione notabile per chi cerchi aver conoscenza delle antiche manifalture.