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508 la scolastica.

Credi, Riccio, però, che starà tacita
La contessa a tal fatto?
Riccio.                                        Tacitissima:
Ve lo posso mostrar per le sue lettere.
Bartolo.Ed a Gentil non mancarò del debito,
Chè, quanto d’altro, di questo contentomi.
Ma molto, messer Lazzaro, rincrescemi
Del non avervi avuto riverenzia,
Come voleva il debito, e li meriti
Vostri. Ora, per mostrar voi che rimettermi
Vogliate ogni error mio, con la famiglia
Verrete a casa nostra, come l’ordine
Nostro era dato, ove lo sposalizio
Celebraremo.
Lazzaro.                      Pur la festa doppia
Faremo in casa vostra, messer Bartolo;
Poichè Claudio è degnato esser mio genero.
Claudio.Anzi voi d’esser mio padre e mio suocero.
Bartolo.Oh come m’è questa nuova piacevole!
Gli avete data pur la vostra giovane?
Lazzaro.Quando giugneste, allor allor avévamo
Concluso.
Riccio.               Siete sposo, messer Claudio?
Molto mi piace.
Claudio.                         Riccio, ti ringrazio.
Bartolo.Faremo quasi una commedia duplice.
Or fate, messer Lazzaro, che vengano
Le donne vostre.
Claudio.                           Vô che Bonifacio,
Per amor mio, si chiami, e si pacifichi
Con esso voi, messer Bartol.
Bartolo.                                             Di grazia.
Lazzaro.Andiamo, messer Claudio: facciam comodo
A messer Bartol che possa procedere
A qualche suo disegno; e nel medesimo
Tempo farem le donne porsi all’ordine.
Bartolo.Andate. Riccio, tu meco verráitene,
C’ho bisogno di te. So che in convivii
Cotai sei stato, e vi devi esser pratico.
Riccio.Andate innanzi, ch’or ora vi seguito.
Bartolo.Non mi è paruto che sia necessario
Che ognuno intenda la ragion più valida