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atto quinto. — sc. iv. 503

Le cose, per che cosa s’addimandano?
Claudio.(Questa è acuta risposta! mi par logica.)
Bartolo.Ora, poichè tu non mi vuoi1 rispondere
E dirmi il nome tuo, a questo attendimi:
Sei tu Bartolo pur, o sono io Bartolo?
Bonifacio.Perchè esser non potemo ambidui Bartoli?
Quanti Giovanni, Filippi ed Antonii
In una casa stessa si ritrovano?
Se questo sai, come ti par miracolo
Che in la nostra contrada siam dui Bartoli?
Claudio.Oh, come è stato acuto! Oh Bonifacio
Galante! non ti par che stia in proposito
Senza smarrirsi? Io saperò l’origine
Pur di questo suo nome.
Bartolo.                                          Oh ammirabile
Confidenza d’un tristo! poss’io credere
Che si ritruovi un altro a costui simile?
Bonifacio.Deh! se ti piace, non mi far ingiuria;
Chè non la faccio a te. Se ben servitomi
Fussi del nome tuo per tutto un integro
Dì, non ti lamentar, chè non bisognati
Il nome tuo, se ben l’avessi in prestito
Tenuto un mese. Tutto quel2 si lograno
Mio stajo, mio mastello, la mia pidria,3
De’ quai sì spesso i tuoi di casa servonsi.
Tu fai un gran rumor, perc’ho chiamatomi
Bartol per due ore. Ben servirestimi
Di venticinque scudi, bisognandomi,
Per dui mesi o per tre, come si servono
I buoni amici!
Claudio.                         (O Bonifacio, voglioti
Esser amico ancora più del solito.)
Lazzaro.(Che nuova controversia? Il matrimonio
Sarà spirato ch’io trattava? Eurialo
La farà mal con la contessa.)


  1. Ant. stam.: Ora di poi che non mi vuoi.
  2. Cioè, tutto un mese, tutto lo spazio di un mese. Secondo gli appunti che a noi vennero somministrati, il Barotti non avrebbe altrimenti trovato nell’apografo-autografo da lui posseduto, le varianti che pur piacquegli a questo luogo introdurre: non bisognati, Del nome tuo, se ben l’avessi in prestito Tenuto un mese; tutto il dì si lograno ec.
  3. Pevera, strumento da colare il vino nelle botti. I Ferraresi lo dicono Piria. — (Barotti.) — I Marchigiani ed altri pronunziano Pétria.