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498 la scolastica.

Io lo dirò pur, Bartolo;1 difficile
Fu ancora a me di ritener le lagrime.
Claudio.(Oh vero padre!)
Lazzaro.                                Giva a peggior termine
La misera ogni dì: del che in grandissimo
Sospetto noi venendo del suo vivere,
Vogliamo che s’adopri la sua balia,
E si faccia chiarir bene il suo animo;
Ma il fatto stava come noi pensávamo:
Non voléa viver senza messer Claudio.
Mi venne allora ogni pratica in odio
Cominciata, e la condizion del giovane
E facultadi e il tutto stimai favole;
E, com’io posso meglio, mi disobbligo.
Claudio.(Questo non può accascar se no a mio utile.)
Lazzaro.Or quel ch’io avéa, e m’ho lasciato fuggere
Di mano, anzi ch’io stesso ho fatto fuggere,
Sono necessitato con discomodo
Andar cercando.
Claudio.                            (Non dubitar, Lazzaro;
Ch’egli t’è più vicin che non t’immagini.)
Lazzaro.Avéa promesso il Riccio ritrovarmelo;
Quel dico c’ha portate quelle lettere.
Bonifacio.Seguite pur, che v’intendo benissimo.
Lazzaro.Ma certo che serà pur ito a Padova,
Come ne sono stato sempre in dubio.
Bonifacio.Gli è in questa terra; lasciate ogni dubio.
Lazzaro.Voi dunque pur lo dovete conoscere?
Bonifacio.Come, s’io lo conosco! come Eurialo.
Lazzaro.Io sono astretto, se mi è caro il vivere
Di Flaminïa mia, tôrlo per genero.
Claudio.(Dio sia laudato! io posso dir d’intendervi.)
Lazzaro.Ma non mi sta molto sicuro l’animo
Che lo consenta, per la grave ingiuria
Ch’io incorsi a fargli.
Claudio.                                    (Ci vorrebbe ingiuria
Maggior di questa a ricusar Flaminia.)
Lazzaro.Or mi farete servizio mirabile,
Poichè si truova in questa terra.
Bonifacio.                                                  Trovasi;


  1. Giova ricordare che Bonifazio si è finto Bartolo. — (Molini.)