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478 | la scolastica. |
Bartolo.In veritade, che non è già Eurialo
Di questa sua selvatichezza simile
A me che son suo padre: poichè affabile
Giovan non si trovava più di Bartolo
Con ogni donna; ma con belle giovani,1
Ne ’ndormo2 a Cicerone ed anco a Tullio.
Ma che diremo? Eurialo al suo esercizio
È sempre intento: questo è il desiderio
Suo, più che d’altri sia il mangiar e il bevere.
Fuor dello studio, che altro ha egli in grazia?
Io era altr’uom, quando era nell’essere
Suo. Ma parliam d’altro. Accursio, stranio
Certo mi par che questo messer Lazzaro
Non sia persona di maggior giudizio:3
Pur l’ho sentito commendar di lettere.
Mandar moglie e figliuola sì domestica-
mente in una Ferrara, ove pur vedesi
Che sino agli barbieri pajon nobili!
Non hanno pur con esse un paggio minimo,
Che l’accompagni. In vero che dev’essere
Pover di facultadi, ovver ch’è misero.
Accursio.L’avete4 indovinato: gli è questo ultimo;
Ei canta il miserere.5 Costor l’anima
Donano, per far robba, al gran dïavolo:
Dico questi, padron, c’hanno il lor studio
In riveder processi e formar cedule,
Poi fame, sete, caldo e freddo patono,
E fan patire ad altri, per non spendere
Cinquanta soldi fuor dell’ordinario.
Ma quando vederete le due femmine,
Giudicherete ch’io dico benissimo.6
- ↑ Non seguitiamo il solito testo, che sembra avere scorrezioni e difetto di un verso, leggendovisi: «A me che son suo padre, ohimè che affabile Con ciaschedun, ma con le belle giovane ec.»
- ↑ G. A. «N’indormo.» Ed è da intendersi: ne disgrado. Esempio notabile; non parendoci di chiaro senso taluno di quelli finora addotti nei vocabolarî. Il Barotti notò lo scherzo dell’aver fatto di Cicerone e Tullio due diverse persone, per rappresentarci «la ignorante erudizione» di Bartolo.
- ↑ Poco leggiadramente le antiche e alcune moderne edizioni: Sia persona d’un sì poco giudizio.
- ↑ L’autografo, contro il costume: «Tu l’hai.»
- ↑ Scherzo sulla voce misero nel senso di Taccagno, Avaro.
- ↑ L’autografo: «Ma quando vedrai queste due femine, Giudicarai quel ch’io dico benissimo.»