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atto quarto. — sc. i. 471

Gli antichi servi in l’antiche commedie:1
Chè veramente l’ajutare un povero
Innamorato, non mi pare ofizio
Servil, ma di gentil qualsivoglia animo.
Non so perchè la Chiesa non l’annoveri
Per l’ottava opra di misericordia.2
Ma ecco Eurialo a tempo.
Eurialo.                                          Bonifacio,
Havvi parlato Accursio?
Bonifacio.                                        Sì.
Eurialo.                                              E narratovi
Ov’io mi trovo, per voler attendere
Al suo consiglio?
Bonifacio.                           Ogni cosa per ordine
M’ha detto.
Eurialo.                   Che vi par?
Bonifacio.                                        Fu temerario
Consiglio il suo, ogni modo: pur rimedio
Ci prenderemo, secondo che prendere
Si può in tal caso; e spero che succedere
Debbia.
Eurialo.            N’aréi speranza anch’io, se spingere
Io potessi di casa, pur lo spazio
D’un quarto d’ora, mio padre solummodo,3
Tanto che queste femmine passassino
In casa vostra. Ma il frate che predica
In duomo, è seco; e buon pezzo tenuto lo
Ha in parole, e son posti ad una tavola,
Ch’appunto è al dirimpetto della camera
In che serrate queste donne4 fingono
Di dormir.
Bonifacio.                    Non vi accade di nasconderle:
Lasciate pur.
Eurialo.                      Non so dove mi volgere,
Se non a voi. Così a voi da principio


  1. Così nei manoscritti; ma in tutte le stampe: Gli antichi servi già nelle comedie.
  2. Questi due versi erano stati soppressi in tutte le edizioni.
  3. Così («sollumodo») nell’autografo; ma le stampe, concordemente: D’un quarto d’ora, questo vecchio stranio.
  4. G. A.: «le meschine.»