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atto terzo. — sc. v, vi. 467

Abbia il vecchio? Io andarò qui a messer Claudio:
Voglio parlar con lui, chè già per l’animo
Mi va un pensier. Andate, e riposatevi
Sopra di me, e dormite, come dicono,
Con gli occhi miei:1 questo2 è sicurissimo.


SCENA VI.

FRATE predicatore, BARTOLO.


Frate.Voi potete veder la bolla, e leggere
Le facultadi mie, che sono amplissime;
E come, senza che pigliate, Bartolo,
Questo peregrinaggio, io posso assolvere
E commutar gli voti. E maravigliomi
Ch’essendo, com’io son, vostro amicissimo,
Non m’abbiate richiesto; perchè dandomi
Quel solamente che potreste spendere
Voi col famiglio nel vïaggio, assolvere
Vi posso, e farvi schifar un grandissimo
Disconcio, all’età vostra incomportabile:
Oltra diversi, infiniti pericoli
Che pônno a chi va per cammino occorrere.
Bartolo.Se ben agli altri, padre venerabile,
Dico ch’io vo per voto, nihilominus
Dir voglio il vero a voi; chè la fiducia3
C’ho in vostra carità, per l’odor ottimo
Ch’esce de’ santi costumi e del vivere
Vostro tutto esemplar, mi par richiedere
Ch’ogni intrinseco4 mio con voi comunichi:
E tanto più, che darmi in ciò qualch’utile
Consiglio forse potrete, e quest’obligo
D’ire attorno levarmi, s’alcuno abile
Modo ci sia. Ma quel ch’io dico, dicolo
In confessione.
Frate.                         E in confessione tolgolo.
Bartolo.Altro non è che ’l sappia, eccettüandone


  1. Modo proverbiale registrato, ma senza esempi, dalla Crusca.
  2. G. A.: «chè questo.» E così tutte le stampe.
  3. Diversamente dall’autografo hanno qui ancora le stampe: «Dico ch’io vo per voto, a voi nascondere Non voglio il vero, perchè la fiducia.»
  4. Sottintésovi, come qui, pensiero, equivale a Segreto. E intrinseco Pensier trovasi veramente nell’att. V, versi 26-7 della sc. III.