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34 | la cassaria. |
Volpino. (Ben t’apponesti.)
Crisobolo. Ma io sarò tornato così presto, che non avrà avuto pur tempo di pensar, non che farmi danno.
Volpino. (Te n’avvedrai: se fussi corso più che pardo, non potevi giugnere a tempo. Ma che cesso io di cominciare il giuoco?) Che faremo sciagurati noi? distrutti e ruinati semo!
Crisobolo. Or è Volpino che grida costà?
Gallo. Così parmi.
Volpino. O città scelerata e piena di ribaldi!
Crisobolo. Debbe alcun male essere accaduto, ch’io non so.
Volpino. O Crisobolo, di che animo sarai tu, come lo sappi?
Crisobolo. O Volpino.
Volpino. Ma merita questo e peggio chi più si fida d’uno schiavo imbriaco, che del suo figliuol proprio.
Crisobolo. Io tremo e sudo di paura che qualche grave infortunio non mi sia incontrato.
Volpino. Lascia cura della tua camera, di tanta roba piena, a una bestia senza ragione, che sempre la lascia aperta, e mai non si ferma in casa.
Crisobolo. Cesso io di chiamarlo? O Volpino.
Volpino. Se questa notte non si ritrova, è totalmente perduta.
Crisobolo. Volpino, non odi tu? Volpino, a chi dico io?
Volpino. Chi mi chiama? Oh! è il patrone, è il patron, per dio!
Crisobolo. Vieni in qua.
Volpino. O patron mio, che Dio t’abbia...
Crisobolo. Che ci è di male?
Volpino. Menato or qui?
Crisobolo. Che hai tu?
Volpino. Era disperato, nè sapeva a chi ridurmi.1
Crisobolo. Ch’è incontrato?
Volpino. Ma poi ch’io ti veggio, o signor mio...
Crisobolo. Di’ che ci è?
Volpino. Comincio a respirare.
Crisobolo. Di’ su presto.
- ↑ Le antiche edizioni: redurre; che qui ha senso di Voltarsi, Aver ricorso; non comune per certo, e non ispiegato. Nella seguente commedia I Suppositi (atto IV, sc. 8) troveremo, colla significazione stessa, Ricorrersi.