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392 il negromante.

Chè ’l tutto costerà quindici o sedeci
Carlini. O fate voi ch’oggi si comprino,
O a me ne date li danari e il carico.
Nibbio.(La mignatta è alla pelle, nè levarsene
Vorrà finchè di sangue vi sia gocciola.)
Massimo.Andate in tanto a veder voi, se il monaco
Ha più quel suo spantacchio.
Astrologo.                                             No; pentacolo.
Massimo.Tant’è: saldate il prezzo; che poi Cintio
Mandarò a voi con li danari, subito
Che torni a casa, perchè tutte comperi
Con esso voi le cose che bisognano.
Astrologo.Fate che venga tosto, chè far vogliovi
Udir con le vostre orecchie uno spirito
Con favella chiarissima rispondere;
Che cosa vi parrà bella e mirabile.
Massimo.Io n’avrò gran piacer.
Astrologo.                                     Voglio il cadavere
Mandarvi in una cassa: ma non sappino
Gli altri che cosa sia. Fatelo mettere
A canto il letto ove gli sposi dormono;
Chè sua maggior virtude è, che1 accostandosi
Al letto lor, di far che insieme s’amino,
S’ora ci fosse ben capitale odio.
Domattina, fornito che sia il camice,
Verrò nell’alba a scongiurar gli spiriti.
Massimo.Come vi pare.
Astrologo.                       Ma abbiate avvertenzia,
E li vostri di casa si avvertiscano
Ancora, che, per quanto la vita amano,
Non aprano la cassa, nè la muovano
Dal luogo dove io l’avrò fatta mettere.
Un pazzo già, che non mi voléa credere,
Ardì toccare una mia cassa simile:
Costui vi dica che gli avvenne.
Massimo.                                                  Dicalo.
Nibbio.Immantinente si vide tutto ardere.
Astrologo.Ed arse in guisa, che non pur la cenere


  1. Questo che è un pleonasmo che non ajuta il senso, ma è piuttosto comune nel parlar familiare; al che non pensando i moderni editori — (tra cui primo, al solito, il Pezzana, giacchè il Barotti legge come noi facciamo),— credendo il passo errato, cambiarono il di far in farà. — (Tortoli.)