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390 il negromante.

Gli ha fatto per invidia, e che disciogliere
Facil vi fia.
Astrologo.                      Così credo debb’essere;
Ma potría questa ancora esser stata opera
D’alcuno incantator sì dotto e pratico,
Che la cura saría lunga o impossibile.
Massimo.Non vô creder che sia di questa pessima
Sorte.
Astrologo.          E se fusse?
Massimo.                                Se fusse, pazienzia.
Astrologo.Se fusse, non saría meglio a conoscerlo,
Prima che più le spese augumentassino?
Massimo.Sì.
Astrologo.      Vô per questo pôrre in un cadavere
Uno spirto che, con intelligibile
Voce, la causa di questa impotenzia
Di Cintio dica; e poi saprò o promettervi
Di risanarlo, o di speranza tôrvene.
Or dove potrem noi trovare un camice
Nuovo, che mai non sia più stato in opera?
Massimo.Non so.
Astrologo.              Con ventidue braccia farebbesi
Di tela, ma sottile e candidissima.
Nibbio.(Di camicie ha bisogno, e non di camice.)
Astrologo.Bisogna far la stola e dua manipuli
Di drappo nero, e pôrne a piè del camice
Due quadri, e due nel petto, e in fronte all’amito1
Un terzo, come i sacerdoti gli usano
Quando alle feste solenni s’apparano.
Con quattro braccia il tutto fornirebbesi.
Nibbio.(Sì, d’un capestro: il suo farsetto è logro; ne
Vorrebbe un nuovo.)
Astrologo.                                 Ah! quasi che ’l pentacolo2
M’era scordato.
Massimo.                         Ho in casa delle pentole
Assai.
Astrologo.          Pentole no; dico pentacoli.
Nibbio.(Per far nascer le calze il terren semina.)
Massimo.Vedrem di tôrne in presto.


  1. Amito è qui usato per comodo del verso in vece di ammitto. — (Torloli.)
  2. Figura a cinque lati, usata dai maghi. Vedi Orlando Furioso, c. III, st. 21, ver. 6. — (Molini.)