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30 | la cassaria. |
Trappola. (Che da mia voluntade, e non per forza, m’abbia lasciata Eulalia tôrre?)
Erofilo. Ma non ha la giovene seco.
Volpino. Nè la cassa, ch’è molto peggio.
Trappola. (Ah misero! non so che mi faccia.)
Erofilo. Trappola, come? non hai avuto la mia Eulalia ancora?
Volpino. Dove hai tu messa la cassa?
Trappola. Avevo avuta Eulalia.
Erofilo. Eulalia?
Trappola. Insin qui l’avevo condotta.
Erofilo. Aimè!
Trappola. E qui son stato da più di venti persone assalito, in modo che me l’hanno tolta.
Erofilo. Te l’hanno tolta?
Trappola. M’hanno tutto pesto e lasciato qui in terra per morto.
Erofilo. T’hanno tolto la mia Eulalia?
Trappola. Pur la sua m’aranno tolta!1 E’ non sono molto di lungi.
Erofilo. E per qual via se la portano?
Volpino. Dove hai tu messa la cassa?
Erofilo. Lascia che risponda a me, chè questo importa più.
Volpino. Importa pur assai più la cassa.
Trappola. Quelli che m’hanno battuto, se ne vanno là.
Volpino. Dove è la cassa?
Erofilo. Che cess’io2 d’andarli dietro?
Trappola. È in casa del ruffiano.
Volpino. Dove vuoi tu gire? che pensi tu di fare?
Erofilo. O di morire, o di aver la donna mia.
Volpino. Ricórdati, aspetta, che la cassa è in pericolo: attendasi qui prima, e poi...
Erofilo. A che poss’io prima attendere, ch’al mio cuore, che all’anima mia?
Volpino. Non andar, per dio! Con chi sai tu che abbi a fare?
Erofilo. Se hai paura, ti resta; io nulla3 stimo, perduta la mia Eulalia; la mia vita è quella.