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388 | il negromante. |
Ch’io vi sia presso, temer di pericolo?
Camillo.Non potresti altramente che chiudendomi
In una cassa, con lei pôr?
Astrologo. Facillima-
mente; ma non già s’io non ho più spazio.
Camillo.Dunque, tre giorni o quattro differiscasi.
Astrologo.Io, per me, differir son contentissimo
Sei giorni o dieci e un anno, pur che Emilia
Differir voglia. Ma non vuol: rendetevi
Certo che questa notte è per fuggirsene,
Come v’ho detto. Io non vi posso esprimere
L’ardore, il desiderio, il furor, l’impeto,
In che si truova. Ogni modo, aspettatela
Sta notte.
Camillo. Prima che patirlo, vogliomi
Non solo in una cassa, ma rinchiudermi
Nella fornace ove il vetro si liquida.1
Astrologo.Non dubitate. Ditemi; la camera
Vostra guarda a levante?
Camillo. Sì.
Astrologo. Sarà ottima
Pel mio bisogno. Stanotte serrarmivi
Dentro voglio...
Camillo. A che effetto?
Astrologo. Nè mai chiudere
Gli occhi, ma dire orazïoni e leggere
Certe scongiurazioni potentissime,
Da far che tutti qui in casa di Massimo,
Insino ai topi, eccetto Emilia, dormano.
Camillo.Come potete star nella mia camera
Questa notte, volendo tener Cintio
Alla vostra con voi?
Nibbio. (Abbia memoria
Chi bugiardo esser vuol.)
Astrologo. Così non dormono
I ghiri, come vô che dorma Cintio
Tosto che giunga. Ho già fatto il sonnifero.
Dite alli vostri di casa, che m’aprino
La porta questa notte, e m’ubbidischino
Come voi proprio; chè voglio che veglino
- ↑ Invece di liquefa. Esempio notabile.