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prologo. | 355 |
Ch’ella ebbe la Cassaria e li Suppositi.
Oh Dio, con quanta fretta gli anni volano!
Non aspettate argomento nè prologo,
Chè farlo sempre dinanzi fastidia.
Il varïare, e qualche volta metterlo
Di dietro, giovar suol; nella Commedia
Dico. S’alcuno è che pur lo desideri
Aver or ora, può in un tratto correre
Al spezial qui di corte, e farsel mettere,
Che sempre ha schizzi e decozioni in ordine.
ATTO PRIMO.
SCENA I.
MARGARITA, BALIA.
Margar.Io non ho mai, da quel dì che andò Emilia
A marito, che un mese e più debbe essere,
Se non solamente oggi avuta grazia
Di uscir tanto di casa, che potutola
Abbia venir a visitar. Se fossino
Tuttavía in casa nostra cento femmine,
Tocchería sempre a me guardar la cenere,
Con le gatte; nè a messa mai nè a ufizio
Vo con Madonna. Pur, tanto piacevole
Oggi l’ho ritrovata, che partendosi
Per venir qui a veder la figlia e il genero,
Mi disse: — Margarita, come suonano
Vent’ore, vien per me, chè io non vô perdere
Oggi il vespero. — Io pure alquanto anticipo
Il tempo, per veder più ad agio Emilia
E star un pezzo con lei. Ma la balia
Esce di casa. Dove si va, balia?
Balia.In nessun luogo. Io venía che parevami
D’aver sentito un di questi che girano
Vendendo l’erbe.
Margar. Mia Madonna acconciasi
Per partir anco?