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294 | la lena. |
Acciò tu intenda, questo vecchio misero
Le ha voluto già bene, e il desiderio
Suo molte volte n’ha avuto.
Corbolo. Miracolo!
Gli è forse il primo?
Flavio. Ben credo patendolo
Il marito, o fingendo non accorgersi:
Imperocchè più e più volte Fazio
Gli ha promesso pagar tutti i suoi debiti;
Perchè il meschin non ardisce di mettere
Piè fuor di casa, acciò che non lo facciano
Li creditori suoi marcire in carcere:
E quando attener debbe, nega il perfido
D’aver promesso, e dice: — Dovrebbe esservi
Assai d’aver la casa, e non pagarmene
Pigione alcuna; — come nulla meriti
Ella dell’insegnar che fa a Licinia.
Corbolo.Veramente, se fin qui nulla merita,
Meriterà per l’avvenir, volendole
Insegnar un lavoro il più piacevole
Che far si possa, di menar le calcole
E batter fisso. Ella ha ragion da vendere.
Flavio.Abbia torto o ragion, c’ho da curarmene?
Poichè mi fa piacer, le ho d’aver obbligo.
Or quel che da te voglio, è che mi comperi
Fin a tre paja o di quaglie o di tortore;
E quando aver tu non ne possa, pigliami
Due paja di piccioni, e falli cuocere
Arrosto, e fammi un cappon grasso mettere
Lesso; e gli arreca ad ora convenevole,
E con buon pane e miglior vino; e siati
A cuor1 ch’abbiam da bere in abbondanzia.
Questo è un fiorino, te’: non me ne rendere
Danajo in dietro.
Corbolo. Il ricordo è superfluo.
Flavio.Io vô far segno alla Lena.
Corbolo. Sì, faglielo;
Ma su la faccia; chè, per dio, lo merita.
Flavio.Perchè, se mi fa bene, ho io da offenderla?
- ↑ Abbi bene a memoria. Esempio da valersene.