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atto quinto. — sc. x, xi. 285

E darmi tanto obbrobrio e tanto incarico.
Cleandro.Non più: tu hai ragione, il mio Pasifilo:
Son tuo, come fui sempre; ed accennandomi,
Son per farti veder la sperïenzia.
Per otto dì t’invito alla mia tavola.
Ma ecco che di casa esce Damonio.


SCENA XI.

CLEANDRO, FILOGONO, DAMONIO,

EROSTRATO vero, PASIFILO.


Cleandro.Veniamo a voi per rivoltarvi in gaudio,
Damonio, la mestizia la qual debita-
mente pensiamo che vi debba affliggere,
Del caso occorso; per certo dicendovi
Che quel servitor vostro, che da giovene
Imprudente v’ha offeso, vi può amplissima-
mente emendare ogni danno, ogni carico
Che v’abbia fatto: perchè questo nobile
Uomo è suo padre, nomato Filogono
Di Catanea; di sangue e di progenie
Non inferiore a voi; ma ben di rendite,
Di possession, di danari e di traffichi
Molto superïor, come per pubblica
Fama dovete aver chiara notizia.
Filogono.Ed io, presente1 questi gentiluomini,
Vi profferisco mio figliuol per genero:
E se per emendar la vostra ingiuria
Altra cosa far posso, comandatemi,
Che mi ci trovarete paratissimo.
Cleandro.Ed io, che vostra figlia in matrimonio
Vi domandavo, di voi contenissimo
Resto, quando la diate a questo giovene;
Al qual, e per l’etade e pel grandissimo
Amor che insieme s’han portato e portano,
Sarà moglie più giusta e più legittima.
Io che moglie volea per farmi nascere



  1. Così leggono il Giolito, il Bortoli ed anche il Pezzana. Molti esempi ha il Vocabolario da confermare quest’uso di Presente colla forza d’avverbio o di preposizione (nel qual caso vedrebbesi qui costruito ancora con l’accusativo); ma il più conforme all’uopo sarà quello delle Giunte Veronesi, Vit. S. Gir. 76: «Essendovi presente molti di quella maladetta setta.»