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234 i suppositi.

Al caso mio?
Erostrato.                      Se m’ascoltate, favole
Non vi parranno; ma che vi appartengono
Molto più ch’ora non credete.
Dulippo.                                                  Séguita.
Erostrato.Io gli soggiunsi: — Questi gentiluomini,
O, come ho detto, ambasciadori, aveano
Parecchi bei polledri1 e muli carichi
E di selle ferrate e di bellissimi
Guarnimenti, ed appresso buona copia
Di sommacchi e profumi e cose simili,
Che mandava a donare il re di Napoli
Alla figliuola ed al duca suo genero:2
E queste cose, come a Siena giunsero,
Ritenute lor fûr da questi pubblici
Ladroni, che doganieri si chiamano;
Da li quai, nè per patente che avessino,
Nè perchè testimoni producessino
Che le robe eran del duca, possibile
Fu d’espedirle mai, fin che non ebbeno
Pagato intieramente tutto il dazio,
Come se del più vile e del più ignobile
Mercatante del mondo state fosseno. —
Dulippo.Esser può che appartenga questa istoria
A me; ma capo non ci so discernere
Nè coda, nè mi posso indurre a crederlo.
Erostrato.Oh come sête impaziente! statemi
Un poco a udir; lasciatemi concludere.
Dulippo.Di’ pur quant’io t’ascoltarò.
Erostrato.                                             Gli seguito:
— Di ciò si è il duca doluto con lettere,
E più con messi alla vostra repubblica;
E una risposta così temeraria,
Così insolente n’ha avuto, che esprimere
Non la potrei: per questo di tant’odio,
Di tanta rabbia è acceso questo principe
Contra tutti i Senesi, che su l’ostia
Ha giurato, che quanti nel dominio
Suo mai capitaran, vorrà che lascino


  1. Ed. Giol.: poletri. Pronunzia romanesca.
  2. Ercole I, duca di Ferrara, sposo ad Eleonora d’Aragona, figlia di Ferdinando re di Napoli. — (Barotti.)