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206 la cassaria.

Ogni modo.1 Fortuna, sii propizia,
Ch’io ti sarò del voto raccordevole:
Concedi che sia tutta questa gloria
Mia sola. Innanzi, innanzi: accostar vogliomi
Alle porte nemiche, e percotendole,
Far improvviso sbigottir le guardie.


SCENA IV.

SERVIDORE, FULCIO, CRISOBOLO.


Servidore.Chi picchia qui?
Fulcio.                              Fa saper a Crisobolo,
Ch’io sono un servidor d’un suo amicissimo,
Che vô parlargli per cose che importano.
Servidore.Se tu gli vuoi parlar, perchè non entri tu
In casa?
Fulcio.                 Per qualche rispetto vogliolo
Aspettar qui di fuor; nè gli ha da increscere,
Se m’ode, di aver preso questo incomodo.
Crisobolo.Chi è che a questa ora mi vuol?
Fulcio.                                                       Perdonami
Se disagio ti do, chè chi mandatomi
Ha a te, non vuol ch’io mi lasci conoscere
Da questi tuoi di casa, nè che sappiano
Chi a te mi manda. Fa pur che ritornino
Dentro.
Crisobolo.               Tornate in casa, ed aspettatemi
Costì. Tu di’ quel che hai da dirmi.
Fulcio.                                                          Mandami
A ritrovarti il mio patrone giovene,
Figliuol del capitano di giustizia,
Il qual per buona e fraterna amicizia
Che ha con tuo figliuol, ti osserva ed amati
Come padre; e perciò dove farti utile
Egli possa ed onor, e schivar biasimo,
Non è mai per mancar.
Crisobolo.                                        Io lo ringrazio,
E sempre gli ne sono obbligatissimo.


  1. Non può non porsi mente alla frequenza con che l’Ariosto fece uso di questo modo avverbiale, ch’è pure della lingua parlata, e più fedele rappresentazione del latino omnimode. I moderni editori lo mutarono, il più delle volte, in A ogni modo.