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178 la cassaria.

Non crederei che ti negasse audienzia.
Crisobolo.E come si potría farglilo intendere?
Non sai, come gli uscieri ti rispondono?
— Non se gli può parlar. — Fàlli, di grazia,
Saper ch’io sono qui di fuor. — Commessemi
Ch’io non gli fêssi imbasciata.1 — Rispostoti
C’hanno così, non bisogna che replichi
Altro. Sì che, serà meglio ch’io proprio,
Senza altri mezzi, entri qua dentro e piglimi
Le cose mie; ma pur ch’elle vi sieno.
Volpino.Vi sono senza dubbio alcun: sì che entravi
Sicuramente, e pensato hai benissimo.
Crisobolo.Intanto che aspettiam Critone, narrami,
Fammi saper, come sai che involatami
Abbia la cassa il ruffiano, e che indicio
N’hai tu.
Volpino.                Saría a contarlo lunga istoria,
Nè ci sarebbe tempo. Facciamo opera
Pur di recuperarla; chè più comoda-
mente ti farò il tutto ad agio intendere.
Avrem tempo a bastanza.2
Crisobolo.                                             O non potendomi
Pur dire il tutto, dinne parte.
Volpino.                                                  Possovi
Cominciar, ma non già finir.
Crisobolo.                                                  Avrestine
Già detto un pezzo.
Volpino.                                   Poichè pur sei d’animo
Ch’io te lo dica, tel dirò. (Che diavolo
Gli dirò?)
Crisobolo.                   Non rispondi?
Volpino.                                            Sto in gran dubbio
Che non tardi Criton troppo, e dia comodo
Al ruffian di nascondere e malmettere
Le robe. Meglio è ch’io vada e solliciti
Che vengan ratti. (Vorrei pur con frottole
Tenerlo a bada finchè comparissero
Costor).


  1. Può rivedersi, anche a questo proposito, la Satira I, v. 70 a 93.
  2. Tutte le stampe attribuiscono a Crisobolo queste parole Avrem tempo a bastanza, che a noi sembrano natural conchiusione del discorso prima fatto da Volpino.