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124 la cassaria.

Così indiscreto e poco ragionevole,
Che non conosca quanto poco idoneo
Tu sia a voler contrastar con Erofilo,
Giovane, altiero, appetitoso, ed unico
Suo figliuol?
Nebbia.                      Sì, per dio, gli fia difficile
Di pormi tutta la colpa su gli omeri!
Sì perchè gli è padron, sì perchè in genere
Mi avete tutti voi di casa in odio;
E non già in verità per miei demeriti,
Ma sì per mia bontà; perch’io non tollero,
Che ’l padron sia rubato.
Corbo.                                          Per tua pessima
Natura pur, chè alcun farti benevolo
Non sai.
Nebbia.              Qual vedi tu ch’abbia l’ufizio
Mio in qualsivoglia casa, e non sia simile-
mente da tutti gli altri avuto in odio?
Corbo.Perchè voi sete tristi affatto, ed uomini
Ribaldi tutti; chè i padroni sogliono
Lo più rio che sia in casa, sempre scegliere,
Se pagatori o dispensieri, ch’abbiano
A provvedere alla famiglia, eleggono;
Acciò d’ogni disagio che patiscono
Li servidori, sopra voi1 si scarichi
La colpa. Ma lasciamo ir questo. Informami
Un poco d’una cosa: chi è quel giovane
Ch’entrò pur dianzi in casa, a cui fa Erofilo
Così onor?
Nebbia.                    Del capitan di giustizia
È figliuol.
Corbo.                Come ha nome?
Nebbia.                                            Egli si nomina
Caridoro. Vorría quell’altra giovane,
Ch’è in casa del ruffian; nè più di Erofilo
Credo che modo si trovi da spendere,
Se rubar similmente non s’industria
Suo padre: e come consiglier di Erofilo
È Volpino, così di questo giovane
È un ghiottoncel suo servidor, che Fulcio


  1. L’ediz. del Giolito (1560), e quella del Bortoli (1755); sopra noi.