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106 | i suppositi. |
Filogono. E ritrovandomi io qui, e piacendomi l’aspetto, ventiquattro ducati lo comprai.
Cleandro. Era il fanciullo turco, o i Turchi pur di Otranto lo avevano rapito?
Filogono. Eglino pur di quella terra lo aveano tolto: ma che monta questo? una volta lo comprai de’ miei danari.
Cleandro. Non te lo domando a questo effetto. Deh, fusse egli quello ch’io vorrei!
Filogono. Che vorresti tu che fusse?
Lico. Noi stiamo freschi. Aspetta pure.
Cleandro. Aveva egli nome Dulipo allora?
Lico. Padron, abbi cura al fatto tuo.
Filogono. Che vuoi tu cianciare, presontuoso? Non Dulipo, ma Carino era il nome suo.
Cleandro. Carino era il suo nome? Dio, se oggi beato fare mi volessi! Perchè gli mutasti il nome?
Filogono. Gli dicemmo Dulipo, perchè usato era piangendo chiamar tal nome spesso.
Cleandro. Vedo ormai certo che questo è il mio figliuolo, che nominato fu Carino; e quel Dulipo che chiamar solea piangendo, fu uno allevato mio, che lo nutriva, ed a cui lo avevo dato in custodia.
Lico. Non ti dissi io, padrone, che siamo in terra di Bari,1 e credevamo essere in Ferrara? Costui, per privarti del servo tuo, se lo vorrà con ciance adottare per figliuolo.
Cleandro. Io non sono usato dir bugía.
Lico. Ogni cosa vuol principio.
Cleandro. Non avere, Filogono, un minimo sospetto ch’io t’inganni.
Lico. Non un minimo, ma un grandissimo sì.
Cleandro. Taci un poco. Dimmi: aveva alcuna memoria il fanciullo de la stirpe sua, o del nome del padre o della madre?
Filogono. Aveva, sì; e me l’ha già detto, ma non l’ho in memoria veramente.
Lico. Ce l’ho ben io.
Filogono. Dillo tu, adunque.
Lico. Non dirò io già: n’ha saputo pur troppo da te.
Filogono. Dillo, se tu lo sai.
- ↑ Anche le antiche stampe hanno, con la majuscola, Barri: dal che confermasi che l’autore avea voluto scherzare sull’equivoco tra Bari e barri o barattieri.