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96 i suppositi.


Filogono.     Io son stanco, ed ho più bisogno di riposo che di gire attorno. Lo aspettaremo qui. È gran fatto che non ritorni a casa.

Lico.     Io dubito che ritrovarà un nuovo Erostrato egli ancora.

Ferrarese.     Ecco, ecco ch’io lo vedo là... Ma dove è ritornato?1 Aspettami qui, ch’io lo chiamerò. Erostrato, o Erostrato; tu non odi? o Erostrato, torna in qua.


SCENA VII.

EROSTATO, FERRARESE, FILOGONO, DALIO e LICO.


Erostrato.     (Io non mi posso in somma nascondere: bisogna fare un buon animo; altrimenti...)

Ferrarese.     O Erostrato, Filogono il padre tuo è venuto fin da Sicilia per vederti.

Erostrato.     Tu non mi narri cosa di nuovo; io l’ho veduto, e sono stato gran pezzo con lui. Venne fin2 questa mattina per tempo.

Ferrarese.     A quello ch’egli m’ha detto, non mi par già che più veduto t’abbia.

Erostrato.     E dove gli hai tu parlato?

Ferrarese.     Pare che tu nol conosca: vedilo che vien qui. Filogono, eccoti il tuo figliuolo Erostrato.

Filogono.     Erostrato questo? mio figliuolo non è così fatto.

Erostrato.     Chi è questo uomo da bene?

Filogono.     Oh! questo mi pare Dulipo mio servo.

Lico.     Chi nol conoscerebbe?

Filogono.     Tu sei così vestito di lungo! hai tu, Dulipo, ancora forsi studiato?

Erostrato.     A chi parla costui?

Filogono.     Par che tu non mi conosca! parlo io teco, o no?

Erostrato.     Di’ tu a me, gentiluomo?

Filogono.     Oh Dio, dove sono io arrivato! Questo ribaldo finge di non conoscermi. Sei tu Dulipo, o ti ho io preso in cambio?

Erostrato.     In cambio mi avete voi tolto veramente, ch’io non ho questo nome.


  1. Il finto Erostrato vedendo da lungi il suo padrone, moveva per tornarsi indietro. Nella commedia in versi: «Ma dove va?»
  2. Soppresso per eleganza (come alcuni direbbero) il da.