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64 i cinque canti.

E che disegna mai più non gli porre
Governo in man, se gli può questo tôrre.

32 Vuol che Orlando gli scriva, ch’esso ancora
Sarà in questa battaglia un degli eletti,
E gl’insti1 che, rimossa ogni dimora,
Veduto il successor venire, affretti.
Rinaldo, mentre legge, s’incolora
Per ira in viso, e par che fuoco getti;
Morde le labbia, or l’uno or l’altro; or geme,
E più che ’l mar, quand’ha tempesta, freme.

33 Letta la carta, il spirto gli soggiunge,
Pur da parte d’Orlando: — Abbiate cura,
Chè se alla discoperta un dì vi giunge,
Vi farà Carlo peggio che paura;
Però che tuttavia Gano lo punge
Che la corte di voi faccia sicura:
La qual, sì come dice egli, ogni volta
Che voglia ve ne vien, sossopra è vôlta.

34 Al cugin vostro acerbamente duole
Che ’l re tenga con voi questa maniera,
Che cerchi, a instanza di chi mal vi vuole,
Far parer vostra fè men che sincera;
E che più creda alle false parole
D’un traditor, che a tanta prova vera
Che si vede di voi: ma dagli ingrati
Son le più volte questi modi usati.

35 Chè, quando l’avarizia li ritiene
Di render premio a chi di premio è degno,
Studian far venir causa, e se non viene,
La fingon, per la quale abbiano sdegno;
E di esilio, di morte o d’altre pene,
In luogo di mercè, fanno disegno;
Per far parer che un vostro error seguíto,
Quel ben che far voleano, abbia impedito.

36 Orlando, perchè v’ama, e perchè aspetta
Il medesmo di sè fra pochi giorni,
Che ’l re in prigion, Gano instigando, il metta,
O gli dia bando o gli faccia altri scorni
(Chè, come contra voi, così lo alletta


  1. Usò questo verbo, e colla significazione medesima, l’autor nostro ancora nei Suppositi, atto II, sc. 4.