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464 canzoni.

E dall’umiltà mia
A vostra altezza è più ch’al ciel di via.
     Non è d’invidia affetto
15Ch’a sospirar mi mena,
Ma sol d’una pietà c’ho di me stesso;
Però ch’aver mi aspetto
Della mia audacia pena,
D’aver in voi sì innanzi il mio côr messo.
20Chè, se l’esser concesso
Di tanti il minor dono
Far suol di chi ’l riceve
L’animo altier, che deve
Di voi far dunque, in cui tanti ne sono,
25Che dall’Indo all’estreme
Gade tant’altri non ha il mondo insieme?
     L’aver voi conoscenza
Di tanti pregi vostri,
Che siate per amare unqua sì basso
30Mi dà gran diffidenza:
E benchè mi si mostri
Di voi cortesía grande sempre, ahi lasso!
Non posso far ch’un passo
Voglia andar la speranza
35Dietro al desir audace.
La misera si giace,
Ed odia e maledice l’arroganza
Di lui, che la via tiene
Molto più là che non se gli conviene.
     40E questo ch’io tem’ora,
Non è ch’io non temessi
Prima che si perdesse in tutto il côre:
E qual difesa allora,
E quanto lunga, io fessi
45Per non lasciarlo, è testimonio Amore!
Ma il debile vigore
Non potè contra l’alto
Sembiante, e le divine
Maniere, e senza fine
50Virtù e bellezza, sostener l’assalto
Che ’l côr perdei, e seco
Perdei la speme di più averlo meco.
     Non saría già ragione,