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canzoni. 457

II.1


     Rapido Po, che con le torbid’onde
Superbo vai tra l’arenose rive,
Dove le stanche già sorelle dive
Piangendo diventare alberi e fronde;
5Altiero fiume, che da le profonde
Grotte de l’Alpi, che d’intorno bagna
Il ligustico mar, tumido sorgi,
E mormorando tra i lombardi campi,
Trebbia e Ticino, con l’antico nome
10Di bellicosi vampi,
Teco al vïaggio tuo guidando scorgi,
Dove fra gli altri, come
È fra le stelle il sole,
Con le madide chiome
15L’onorato tuo Mincio t’accompagna,
Sin là ’ve al mar il tuo tributo porgi:
O re de’ fiumi, in queste piagge sole
Odi le mie parole.
     Tra quelle ombrose querce Melibeo
20Pensoso stava, il suo gregge pascendo,
Come soleano già i pastor, sedendo
Tra i bei colli di Menalo e Liceo;
E dicea con dolor acerbo e reo:
— O Eridano mio, i nostri armenti
25Non han più nè li tuoi securo un loco;
Chè giù da gli alti monti è già venuto
Chi accende fiamme in le tue mandre, e fura;
E per gridar ajuto
È de’ nostri pastori ognun già roco.
30Deh! se già sepoltura
Fosti al figliuol del Sole,
Allor ch’ebbe paura
Il mondo d’andar tutto in fiamme ardenti,
Smorza con l’acque tue quest’altro fôco.
35O re de’ fiumi, in queste piagge sole
Odi le mie parole.


  1. Stampata in appendice dal Barotti, esclusa dal Molini nell’edizione del 1824, accolta tra i Versi alla patria di Lirici italiani dal secolo XIV al XVIII, ma solamente come attribuita a Lodovico Ariosto.
ariosto.Op. min. — 1. 39