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canto primo. 19


63 E promise lo scettro e la corona,
Poi che n’avesse il re Marsilio spinto,
Del regno di Navarra e di Aragona,
La qual’impresa allor era in procinto.
Ebbe la figlia d’Amon di Dordona
Da quello del fratel dono distinto;
Le diè Carlo in dominio quel che darle
In governo solea, Marsilia ed Arle.

64 In somma, ogni guerrier d’alta virtute,
Chi città, chi castella ebbe, e chi ville.
A Marfisa e a Ruggier fûr provvedute1
Larghe provvisïoni a mille a mille.
Se dallo imperator le grazie avute
Tutte ho a notar, farò troppe postille:
Nessun, vi dico, o in comune o in privato,
Partì da lui, che non fosse premiato.

65 Nè feudi nominando nè livelli,
Fûr senza obbligo alcun liberi i doni;
Acciò il non sciôrre2 i canoni di quelli
O non ne tôrre a tempo investigioni,
Potesse li lor figli o li fratelli
Eredi far cader di lor ragioni:3
Liberi fûro e veri doni, e degni
D’un re che degno era d’imperio e regni.

66 Or, sopra gli altri, quei di Chiaramonte
Nei real doni avean tanto vantaggio,
Che sospirar facean dì e notte il conte
Gan di Maganza, e tutto il suo lignaggio:
Come gli onori d’un fossero l’onte
Dell’altra parte, lor pungea il coraggio;4
E questa invidia all’odio, e l’odio all’ira,
E l’ira alfine al tradimento il tira.

  1. Così tutte le stampe; ma non è difficile che debbano dir concedute. — (Barotti.)
  2. Latinismo, per Pagare, Soddisfare; affine alle altre frasi: Scioglier l’obbligo o il voto.
  3. Il Barotti così legge questo verso: «Gli eredi far cader di sue ragioni.» Nè l’una nè l’altra lezione parrà chiara agli intelligenti; che meno ancora vorranno approvare l’interpretazione data nell’ediz. Molini: Cadere di ragioni, per Succedere nelle ragioni. Ad ottenere la lucidità che manca, converebbe così emendare il verso quinto: «Non potesse li lor figli o fratelli.»
  4. Coraggio per Cuore, l’usò più volte l’autore anche nell’Orlando Furioso. — (Molini.)