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canto terzo. | 417 |
9 Marsilio, Panteraccio e li altri capi,
E Balugante, in fuga universale
Tutti son persi, e restano con capi
Senza consiglio e zucche senza sale.
Visti tutti fuggir, Rinaldo i capi
Sol ferir cerca, e di lor sol gli incale:1
— Ai capi, ai capi, — grida; e alla sua voce,
De’ suoi ciascun mostròssi più feroce.
(Manca la continuazione.)
10 Non puote pur Fondran tacer, chè al fine
Fu forza all’ira rallentare il freno,
E dir: — Dunque li miei di mie rovine
Son causa? Ah Macon falso e di error pieno!
Veggio ch’in te non stanno le divine
Grazie, e quel ben* 1 che mai non vien a meno:
Piena è tua fede di fantasme e sogni;
Io voglio seguir Cristo a’ miei bisogni.
11 Allor lo suase il conte umanamente,
Che battizzar si voglia* 2 al sacro fonte:
Chè, invero, Orlando fu molto eloquente,
Ed agli amici di benigna fronte;
Geloso della Fede, e assai prudente,
E per umilità volse esser conte;
Casto, fedele, pazïente e pio,
E fu sempre, vivendo, in grazia a Dio.
12 Milon superbo, Fondrano e Grugnato,
I compagni Aridéo e Rosadoro,
I figli di Arimonte dispietato,
Già crudo Urcasto e il fedele Antiforo,
Per il parlar del conte onesto* 3 e grato
Alla cristiana Fè conversi fôro:
Con gran gaudio del conte e di Dio, stimo,
Si battizzaro, e fu Fondrano il primo.
- ↑ Che dai modi avverbiali In cale e In non cale (il primo supposto dall’altro) qualche volgo parlante o l’autore di questi Frammenti credesse poter formarsi il verbo Incalere? O che questi piuttosto omettesse per fretta o mal formasse una lettera, sì che qui abbia da leggersi: gli è in cale, o gli è ’n cale?