Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
414 | rinaldo ardito. |
E entrò per fianco dove Rinaldo era.
Questo1 quel stormo allor tutto disperse,* 1
Vedendosi assalito* 2 a tal maniera:2
Restò all’assalto ognun da sè diviso,
Chè assai spaventa uno émpito improvviso.
109 In altra parte,* 3 poco a quei distante,
Mossesi Namo e tutta la sua gente,
E ove è Tricardo allor* 4 si trasse avante
Con la schiera serrata arditamente.
Non vi fu* 5 saracin tanto constante
A cui non vacillasse allor la mente,
Vedendosi così disordinare;
Nè più si sanno in qual parte guardare.
110 Mosso non si è Doranio ancora contra
A’ Saracin, ma tempo e loco appetta;
Che se peggio a’ Cristiani non incontra,
Senza scoprirse spera la vendetta.
Vede che quanti il buon Rinaldo scontra,
Tutti col brando li investisce3 e affetta;
Onde in lui spera, e ancor riposa alquanto:
Però, posando anch’io, fo fine al canto.4
CANTO TERZO.
1 Sforzasi5 alcuno allo inimico porre
Con forza il freno più che con ingegno.
Così il vecchio Priámo e il forte Ettorre
Cercavano smorzare il greco sdegno:
- ↑ Questa cosa; cioè, questo entrare di Bradamante e de’ fratelli nella battaglia.
- ↑ Nel MS.: mainera.
- ↑ Ivi: investisse.
- ↑ Questi due versi sono riportati dal Baruffaldi come conchiusione del Canto V.
- ↑ Le tre seguenti stanze, coi primi quattro versi della quarta e l’egual parte della quinta, sono riportate dal Baruffaldi come saggio del Canto VI.