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canto secondo. | 411 |
Anselmo, Pinabello ed Aldrovagi,
Con altri molti che ridir non stimo;
Ma Gano fu con l’asta al ferir primo.* 1
94 Ruppe la lanza proprio a mezzo il scudo
Di Medonte di Dacia cavaliero,
Che li cacciò fuor della schiena il nudo
Ferro dell’asta, sì fu il colpo fiero;
Poi trasse il brando, e, nequitoso e crudo,
Il capo fésse a Corifonte arciero.
Di Dacia fu costui, a Odrido caro;
Ma non gli fu a quel colpo allor riparo.
95 Ma Balugante, dello assalto accorto,
Mandò nella battaglia Ardubalasso:
Qual percosse Dudone, e come morto
In terra lo gittò con gran fracasso;
E pria die fusse quel baron risorto,
Fu preso, ancor pel colpo afflitto e lasso;
Nè potè esser soccorso allor Dudone,
Che a Balugante fu dato pregione.
96 Per il nuovo soccorso e la gran forza
Di Ardubalasso, li Cristian fuggiro;
E la furia schifar ciascun si sforza,
E li più forti allora si smarriro:
L’ardir di molti quello assalto ammorza,
E qual Bufardo fugge e quale Artiro,
Chi Odrido schifa e chi Bravante fugge;
Dove salvarsi spera, ognun rifugge.
97 Grida Olivier con voce minacciante,* 2
E Grida Gano: — Ove fuggite voi?
Séguitene, Cristiani, andiamo avante:
Volete abbandonar re Carlo e noi?
Re Carlo anch’esso pure ha genti tante,
Che a tempo manderà soccorso ai suoi:
Non dubitate; ognun torni a ferire,
Chè la gloria di un forte* 3 è un bel morire. —
98 Ardubalasso, intanto, ed Oliviero
Con furia estrema si affrontaro insieme.
Ferì questo il pagan sopra il cimiero
Con furia tanta e con tal forze estreme,
Che poco men che noi cacciò al sentiero;