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Bevilacqua. Ma nè anche in quel tempo era chi desse al mondo notizia di un siffatto cimelio; sino a che, nel 1807, il giuniore Baruffaldi non fecesi a riparlarne, producendone altresì alcuni saggi, nella Vita di Lodovico Ariosto (pag. 172); ma senza manifestarci, qual che ne fosse la cagione, dov’egli già lo avesse veduto. Si udì poi farsi, nel 1812, da Francesco Reina la promessa di pubblicarlo intero nella raccolta dei Classici Italiani; ma non se ne videro, allora o più tardi, gli effetti. Rimane similmente ignoto il come quel Codice pervenisse alle mani di un argentese, che fu padre a un Vincenzo Faustini canonico di quella città; il quale, come ereditario possessore, ebbelo di poi venduto ai signori Giuseppe Aiazzi e Innocenzo Giampieri, che in Firenze ne fecero una molto accurata edizione nel 1846. Le circostanze di tal vendita; la concorrenza, benchè serotina, ai compratori fatta dal Comune di Ferrara; l’offerta dei due Toscani a quest’ultimo di retrocedere la preziosa reliquia, sono cose che qui non vengono replicate, perchè non attinenti al nostro proposito, e perchè i lettori possono istruirsene mediante un opuscolo che i sopralodati già pubblicarono (Firenze, Baracchi, 1847) con questo titolo: Replica degli editori dei Frammenti del Rinaldo Ardito ec. ad un Articolo inserito nel numero 13 del Mondo Illustrato, che si pubblica a Torino.

L’ordine con che si ristampano i detti Canti o Frammenti è il medesimo col quale essi vennero prodotti dai primi editori, che di ciò rendono assai buon conto nella loro Prefazione (pag. xvi-xix). Riportiamo altresì tutte le varianti che questi trovarono nell’autografo, ed avevanci esibito a piè di ciascuna pagina, in un secondo ordine di note, richiamate per via di lettere alfabetiche. In quanto alla grafia dei vocaboli, alla puntuazione ed altre accidenze di tal natura, stimammo bene di ridurle all’uso più moderno, sempre che questo ci fu possibile senza alterare lo stile o il carattere proprio dello scrittore: e ciò perchè essendo da pezza così rammodernato il Furioso in tutte le stampe, ritorni, a chi voglia instituirlo, più agevole il paragone da farsi tra quello e il Rinaldo. Nelle note si tenne lo stesso metodo che può osservarsi in tutta la presente edizione: cioè, che alcune copiammo delle fatte da quei benemeriti, compendiando per brevità i loro nomi nelle due iniziali A.-G.; altre acconciammo o scrivemmo secondo il nostro gusto, o secondo ci parve opportuno per la migliore intelligenza e pel giudizio da proferirsi intorno ad un poema, poco sin qui curato, ma che un giorno forse diverrà oggetto di assai più attenta considerazione.




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