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alcune versioni. | 379 |
L’inclito cavalier Niccola Ariosto
L’antidì del morir comprò quest’arca,
Dove aspetta gli eredi a ferragosto.
Luigi Muzzi.
Alessandro ora è qui. Mentre gli volse
Fanciulla troppo dar, troppo gli tolse.
Vada la stolta e accusi il diro amore,
Che per darsi ella tanto, egli ne muore.
Lo stesso.
Qui Rinaldo Manfredi il guerrier giace,
Ucciso a tradigion nei dì di pace.
E a che tal morte? — Perchè immenso amore
Alla suora portò dell’uccisore. —
Dura mercè! Se per amar quest’ebbe,
Che più per odïar mertato avrebbe?
Lo stesso.
Di Lodovico Ariosto giaccion sepolte l’ossa
Sotto di questo marmo, ovvero in questa fossa,
Sotto mattone o sabbia o qualunque altra cosa,
Dove il cortese erede volle la spoglia ascosa;
O dell’erede alcuno amico più cortese,
O un passeggier venuto qua di lontan paese.
Imperocchè il futuro ei non potè sapere,
Nè del cadaver suo si prese tal pensiere,
Che, ancor vivente, un’urna gli fosse preparata;
Ma bensì quest’epigrafe lasciò da sè dettata;
Qual sopra il suo sepolcro volle che si scrivesse,
Se mai di qualche sorte un dì sepolcro avesse;
Acciocchè quando il misero suo spirto, alfin compito
Il tempo dell’esilio a lui già stabilito,