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canto primo. 11

De’ suoi prigion, sì ch’un non vi rimase.

26 Poi l’Aquilina e poi la Silvanella,
Poi la Montana e poi quella dal Corso;
La fata Bianca, e la Bruna sorella,
Ed una a cui tese le reti Borso;
Poi Griffonetta, e poi questa e poi quella
(Chè far di tutte io non potrei discorso)
Dolendosi venian, chi d’Oliviero,
Chi del figlio d’Amone e chi d’Uggiero:

27 Chi di Dudone e chi di Brandimarte,
Quand’era vivo, e chi di Carlo istesso.
Tutti chi in una e chi in un’altra parte
Avean lor fatto danno e oltraggio espresso,
Rotti gl’incanti e disprezzata l’arte
A cui natura e il ciel talora ha cesso:
A pena d’ogni cento trovasi una
Che non avesse avuto ingiuria alcuna.

28 Quelle che da dolersi per sè stesse
Non hanno, sì dell’altre il mal lor pesa,
Che non men che sia suo proprio interesse,
Si duol ciascuna e se ne chiama offesa:
Non eran per patir che si dicesse
Che l’arte lor non possa far difesa
Contra le forze e gli animi arroganti
De’ Paladini e cavalieri erranti.

29 Tutte per questo (eccettüando solo
Morgana, ch’avea fatto il giuramento
Che mai nè a viso aperto nè con dolo
Procaccería ad Orlando nocumento),
Quante ne son fra l’uno e l’altro polo,
Fra quanto il sol riscalda e affredda1 il vento,
Tutte approvâr quel ch’avea Alcina detto,
E tutte instâr che se gli desse effetto.

30 Poi che Demogorgon, principe saggio
Del gran consiglio, udì tutto il lamento,
Disse: — Se dunque è general l’oltraggio,
Alla vendetta general consento;
Che sia Orlando, sia Carlo, sia il lignaggio
Di Francia, sia tutto l’imperio spento;

  1. Esempio notabile. (Questa forma useremo ogni volta che ci accade richiamar l’attenzione di quelli che compilano vocabolari.)