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satira quarta. 185

Mi fu,1 della quale ora il mio Bibiena2
183Espedito m’ha il resto alle mie spese.
     Indi, col seno e con la falda piena
Di speme, ma di pioggia molle e brutto,
186La notte andai sin al Montone a cena.
     Or sia vero che ’l papa attenga tutto
Ciò che già offerse, e voglia di quel seme,
189Che già tanti anni sparsi, or darmi il frutto;
     Sia ver che tante mitre e dïademe
Mi doni, quante Jona di cappella
192Alla messa papal non vede insieme:3
     Sia ver che d’oro m’empia la scarsella,
E le maniche e il grembo, e, se non basta,
195M’empia la gola, il ventre e le budella:
     Sarà per questo piena quella vasta
Ingordigia d’aver? rimarrà sazia
198Perciò la sitibonda mia cerasta?
     Dal Marocco al Catai, dal Nilo in Dazia,
Non che a Roma, anderò, se di potervi
201Saziare i desiderî impetro grazia:
     Ma quando cardinale, o delli servi
Io sia il gran servo, e non ritrovino anco
204Termine i desiderî miei protervi;
     In ch’util mi risulta essermi stanco
In salir tanti gradi? meglio fôra
207Starmi in riposo, affaticarmi manco.


  1. Il Baruffaldi fa queste cose avvenute nella terza andata di Lodovico a Roma; e congettura che la bolla della quale il pontefice condonò a lui non per intero ma solo la metà della spesa, fosse quella che riguardava il benefizio di Sant’Agata. Vita ec., pag. 145. — Che poi Lodovico si trovasse in Roma circa il fine del 1517, o di fresco vi fosse stato, n’è prova ancora la Lettera XLVI (secondo le più recenti edizioni) tra le familiari di Niccolò Machiavelli, ove è bello il vedere la stima che lo stupendo politico mostrava di fare dello stupendo poeta. Quel passo, non inosservato dai biografi dell’Ariosto per ciò che vi concerne l’ambizione poetica del Fiorentino, giova qui riportarlo testualmente: «Io ho letto a questi dì l’Orlando Furioso dell’Ariosto, e veramente il poema è bello tutto, e in dimolti luoghi mirabile. Se si trova costì, raccomandatemi a lui; e ditegli che io mi dolgo solo, che avendo ricordato tanti poeti, che mi abbia lasciato indietro come un... e, che egli ha fatto a me in detto suo Orlando, che io non farò a lui in sul mio Asino
  2. Il cardinale Bernardo Dovizii da Bibiena, allora datario.
  3. «Allude il poeta al Giona dipinto a fresco da Michelangiolo nella volta della cappella Sistina in Vaticano, di dove il profeta vede al di sotto le tante teste mitrate de’ cardinali, arcivescovi, vescovi, patriarchi ec., assistenti alla messa del pontefice.» — (A. Torri.)

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