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satira terza. 173

     Non hai, quando dui giocano, veduto
Che quel che sta a vedere ha meglio spesso
84Ciò che s’ha a far, che ’l giocator, saputo?
     Se tu vedi che tocchi, o vada appresso
Il segno il mio parer, dàgli il consenso;
87Se no, réputal sciocco, e me con esso.
     Ma prima ch’io ti mostri altro compenso,
T’avrei da dir,1 che se amorosa face
90Ti fa pigliar moglier, che segui il senso.
     Ogni virtude è in lei, s’ella ti piace:
So ben che nè orator latin nè greco
93Saría a dissuadertilo efficace.
     Io non son per mostrar la strada a un cieco;
Ma se tu il bianco e il rosso e il ner comprendi,
96Esamina il consiglio ch’io ti arreco.
     Tu che vuoi donna, con gran studio intendi
Qual sia stata e qual sia la madre, e quali
99Sien le sorelle, se all’onore attendi.
     S’in cavalli, s’in buoi, s’in bestie tali
Guardiam le razze, che faremo in questi,
102Che son fallaci più ch’altri animali?
     Di vacca nascer cerva non vedesti,
Nè mai colomba d’aquila; nè figlia
105Di madre infame, di costumi onesti.
     Oltre che il ramo al ceppo s’assimiglia,
Il dimestico esempio, che le aggira
108Pel capo sempre, ogni bontà scompiglia.
     Se la madre ha duo amanti, ella ne mira
A quattro, a cinque e spesso a più di sei,
111Ed a quanti più può la rete tira:
     E questo, per mostrar che men di lei
Non è leggiadra, e non le fûr del dono
114Della beltà men liberali i Dei.
     Saper la balia e le compagne è buono;
Se appresso il padre sia nodrita, in corte,
117Al fuso, all’ago, pur in canto e in suono.
     Non cercar chi più dote, chi ti porte
Titoli e fumi, e più nobil parenti,
120Che al tuo aver si convenga e alla tua sorte,
     Che difficil sarà, se non ha venti



  1. Sembra posto per Avvertire, Ammonire. Il che innanzi a segui è pleonasmo.

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