Pagina:Ariosto-Op.minori.1-(1857).djvu/189

160 satira prima.

219E dargli a' suoi, sarà il primo discorso.
     E qual strozzato e qual col capo mozzo
Nella Marca lasciando ed in Romagna,1
222Trionferà, del cristian sangue sozzo.
     Darà l'Italia in preda a Francia e Spagna,
Che sozzopra voltandola, una parte
225Al suo bastardo sangue ne rimagna.
     Le scomuniche empir quinci le carte,
E quindi ministrar si vederanno
228Le indulgenze plenarie al fiero Marte.
     Se 'l Svizzero condurre o l'Alemanno
Si dee, bisogna ritrovare i nummi,
231E tutto al servitor ne viene il danno.
     Ho sempre inteso e sempre chiaro fummi,
Ch'argento che lor basti non han mai
234O veschi o cardinali pastor summi.
     Sia stolto, indôtto, vil, sia peggio assai,
Farà quel ch'egli vuol, se posto insieme
237Avrà tesoro; e chi bajar vuol, bai.
     Perciò gli avanzi2 e le miserie estreme
Fansi, di che la misera famiglia
240Vive affamata, e grida indamo e freme.
     Quanto è più ricco, tanto più assottiglia
La spesa; chè i tre quarti si delibra
243Por da canto di ciò che l'anno piglia.
     Dalle otto oncie per bocca, a mezza libra
Si vien di carne, e al pan di cui la veccia,
246Nata con lui, nè il loglio fuor si cribra.
     Come la carne e il pan, così la feccia
Del vin si dà, c'ha seco una puntura
249Che più mortal non l'ha spiedo nè freccia;
     O ch'egli fila,3 e mostra la paura
Ch'ebbe a dar volta di fiaccarsi il collo,
252Sì che men mal saría bêr l'acqua pura.
     Se la bacchetta pur levar satollo4


  1. Accenna l'avidità e la crudeltà d'Alessandro VI e del duca Valentino suo figliuolo. — (Molini.)
  2. I risparmi. — (Tortoli.)
  3. Si dice più ordinariamente per Italia, che il vino fila, quando esso è al fine dalla botte, e però di scadente ed anche guasta qualità.
  4. Detto della qualità, dice adesso della quantità del cibo che davasi ai cortigiani; e sembra esser questa l'interpretazione: Se il segno che si dà colla