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134 stanze.

Ed arsa è la città di San Ciriacco.1

43 Voglion due Carli d’Alemagna un Carlo
Cacciar d’Italia, e della vita insieme;
E lo fanno col tôsco, perchè farlo
Non pôn col ferro, in ch’esso lor più preme.
Dio manda Berengario a vendicarlo,
Che tôl l’imperio al tralignato seme

44 Di Carlo Magno; benchè sia punito
Il successor, non quel c’ha più fallito.
Di Carlo Magno è nel figliuol d’Arnulfo
Il bel lignaggio e ’l grande imperio estinto.
Vien Patrizio di Grecia, e da Landulfo
Di Benevento è superato e vinto.
Cacciato è Berengario da Rodulfo;
Poi quel da un altro è fuor d’Italia spinto:
Qui del sangue tedesco, italo e franco,
Si vede rosso ov’era verde e bianco.

45 Quei popoli pareano aspirar tutti
All’alto imperio; e mentre fan contesa,
I Mori, che già in Puglia eran ridutti,
Tutta Campagna aver rubata e accesa.
Par che Alberico alfin gli abbia distrutti;
II qual si sdegni poi sì con la Chiesa,
Che faccia venir gli Ungheri crudeli,
Peggiori assai di tutti gl’infedeli.

46 E sì bene imparâr la via, che spesso,
Lor sempre dando il passo Berengaro,
Ch’al padre Berengario era successo,
A tormentare Italia ritornaro.
Alberico pigliâr per questo eccesso
Poscia i Romani, e ’l capo gli tagliaro.
Vien il re di Bergogna, e Italia strugge,
E Berengario agli Ungheri sen’ fugge.

47 E poi tornando con l’ajuto d’essi,
Pavia saccheggia e mette a ferro e foco.
Viene in soccorso agl’Italiani oppressi
Il duca d’Arli, e ’l Borgognon dà loco.
Ecco i banditi, per esser rimessi,
Lasciano in pace la sua Italia poco;
Che v’hanno il duca bavaro condotto,


  1. Ancona. Ciriacco, per la rima, invece di Ciríaco; che però il volgo anconetano pronunzia Ciriáco.