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108 i cinque canti.

Varie nazion, ma tutta gente eletta.
Sa Rinaldo ch’ei vien; nè fa sembianti
Quali far debbe chi ’l nimico aspetta:
Tanto sicur di quello si tenea
Ch’in nome suo detto ’l demon gli avea.

35 Da campo a Torse, ove era, non si mosse,
Nè curò d’alloggiarsi in miglior sito.
È ver che nel suo cuor maravigliòsse,
Che dopo che Terigi era partito,
Avvisato dal conte più non fosse,
Per tramar quanto era tra loro ordito:
Molto di ciò maravigliòssi, e molto
Ch’avesse il baston d’ôr contra sè tolto;

36 E non gli avesse innanzi un dei malnati
Del scellerato sangue di Maganza
Mandato a castigar delli peccati
Indegni di trovar mai perdonanza:
Ma tal contrarî non può far che guati
Fuor di quanto gli mostra la fidanza,1
Nè che per suo vantaggio se gli affronti,
Dove vietar gli possa guadi o ponti.

37 Ben mostra far provvisïon; ma solo
Fa per dissimulare e per coprire
L’accordo ch’aver crede col figliuolo
Del buon Milon, da non poter fallire.
Ma ’l Conte, che non sa di Gano il dolo,
Fa le sue genti gli ordini seguire;
Nè questa nè altra cosa pretermette,
Ch’a valoroso capitan si spette.

38 Alla sua giunta, tutti i passi tolle,
Chè non venga a Rinaldo vettovaglia;
E di quanti ne prese, alcun non volle
Vivo serbar, ma impicca o i capi taglia.
Quel donde più Rinaldo d’ira bolle,
È che ’l cugin fa pubblicar la taglia,
La qual su la persona il re de’ Franchi2
Bandita gli ha di cento mila franchi:

39 Ed ha fatto anco pubblicar per bando,
Che ’l re vuol perdonare a tutti quelli


  1. Cioè; la fidanza non può fare che Rinaldo guati tal contrari (ponga mente a tali contrarietà, o segni o atti opposti) fuori di quanto essa fidanza gli mostra.
  2. Vedi la nota 1 a pag. 18.