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102 i cinque canti.

Per lui vuol, dunque, ch’altri vegga o senta,
Ed ei star tuttavia con gli occhi chiusi?
Dunque l’alloppia Gano e lo addormenta,
E tutti gli altri ha dai segreti esclusi?
Ben saría il dritto che tornasse il danno
Solamente su quei che l’error fanno.

5 Ma, pel contrario, il popolo innocente,
Il cui parer non è chi ascolti o chieggia,
È le più volte quel che solamente
Patisce quando il suo signor vaneggia.1
Carlo che non ha tempo, che di gente,
Nè che d’altro ripar più si provveggia,
Quella con diligenza, che si trova,
Tutta rivede2 e gli ordini rinnova.

6 E come che passar possa la Molta
Sul ponte che v’è già fatto a man destra,
E sua gente negli ordini raccolta
Ritrarre ai monti ed alla strada alpestra;
E ver’ le terre Franche indi dar volta,
O dove creda aver la via più destra:
Pur ogni condizion dura ed estrema
Vuol patir, prima che mostrar che tema.

7 Or quel muro che opposto avea alla terra
Tra un fiume e l’altro con sì lungo tratto,
Fa con crescer di fosse, e legne e terra,
Più forte assai che non avea già fatto;
E con gente a bastanza i passi serra,
Acciò non, mentre attende ad altro fatto,
Questi di Praga, ritrovato il calle
Di venir fuor, l’assaltino alle spalle.

8 L’un nemico avea dietro e l’altro a fronte,
E vincer quello e questo animo avea.
L’esercito de’ Barbari su al monte
Passò l’Albi,3 vicino ove sorgea.
Carlo tenea sopra l’altr’acqua il ponte,
Ch’uscía verso la selva di Medea;4


  1. È parafrasi del noto verso d’Orazio: Quidquid delirant reges plectuntur Achivi. — (Molini)
  2. Rivede con diligenza tutta quella (gente) che si trova avere.
  3. L’Albi, cioè l’Elba; non l’Alpi, come hanno alcune edizioni. (Molini) — Le parole seguenti s’intendano: vicino alla sua sorgente.
  4. Di questa selva parlasi, secondo le favole, nel canto II, st. 101-117.