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canto quarto. 85

Ch’invendicati almen non fosser morti.

21 L’armata de’ Normandi urta e fracassa
Ciò che tra via, cacciando borea, intoppa;
E prore e sponde al mare aperte lassa,
Da non le serrar poi chiovi nè stoppa:
Ch’ogni sua nave al mezzo, ove è più bassa,
Vince dei Provenzal la maggior poppa.
Ruggier, col disvantaggio che ciascuna
Nave ha minor, ne sostien sei contr’una.

22 Il naviglio maggior d’ogni normando,
Che nel castel da poppa avea Riccardo,
Per l’alto un pezzo era venuto orzando:
Come sull’ali il pellegrin1 gagliardo.
Che mentre va per l’aria volteggiando,
Non leva mai dalla riviera il sguardo;
E vista alzar la preda ch’egli attende,
Come folgor dal ciel ratto giù scende.

23 Così Riccardo, poi che in mar si tenne
Alquanto largò, e vedut’ebbe il legno
Con che venía Ruggier, tutte l’antenne
Fece carcar2 fino all’estremo segno;
E, sì come era sopra vento, venne
Ad investire, e riuscì il disegno:
Che tutto a un tempo fûr l’àncore gravi
D’alto gittate ad attaccar le navi;

24 E correndo alle gomene in aita
Più d’una mano, i legni giunti furo.
Da pal di ferro, intanto, e da infinita
Copia di dardi era nissun sicuro;
Chè dalle gabbie ne cadea, con trita
Calcina e solfo acceso, un nembo scuro:
Nè quei di sotto a ritrovar si vanno
Con minor crudeltà, con minor danno.

25 Quelli di Normandia, che di luogo alto
E di numero avean molto vantaggio,
Nel legno di Ruggier fêro il mal salto,
Dal furor tratti e da lor gran coraggio:
Ma tosto si pentîr del folle assalto;
Chè non patendo il buon Ruggier l’oltraggio,


  1. Pellegrino, è una specie di falcone. — (Molini.)
  2. Caricar di vele, cioè spiegandole tutte quante.
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