Pagina:Ariosto-Op.minori.1-(1857).djvu/102


canto terzo. 73

Vôlto in furor da subita fortuna:
Ma poi Gano parlandogli, e di Carlo
Mostrando commission, fece acchetarlo.

76 Disegna il traditor che di vita esca
La sua nemica, innanzi ch’altri il viete;
Poi muta voglia, non che glie n’incresca
Nè del sangue di lei non abbia sete;
Ma spera poter meglio con tal’esca
Rinaldo e Ruggier trarre alla sua rete:
E tolti alcuni seco, con speranza
Di me’ guardarla, andò verso Maganza.

77 Duo scudier della donna, che a tal guisa
Trar la vedean, montâr subito in sella;
E l’uno andò a Rinaldo ed a Marfisa
Verso Guascogna a darne la novella;
L’altro Orlando trovar prima s’avvisa,
Che ’l campo non lontano avea da quella,
Da quella strada, per la qual captiva
La sfortunata giovane veniva.

78 Orlando avendo in commissione avuto
Di dare altrui l’impresa de’ Lombardi,
Ed a’ Franceschi accorrere in ajuto
Contra Rinaldo e li fratei gagliardi,
Era già in ripa al Rodano venuto,
E fermati a Valenza avea i stendardi;
Dove da Carlo esercito aspettava,
Altro n’aveva ed altro n’assoldava.

79 Venne il scudiero, e gli narrò la froda
Che alla donna avea fatto il Conte iniquo,
E che in Maganza lungi dalla proda
Del fiume la traea per calle obliquo;
Poi gli soggiunse: — Non patir che goda
D’aver quest’onta il tuo avversario antiquo
Fatta al tuo sangue. Se ciò non ti preme,
Come potranno in te gli altri aver speme? —

80 Di sdegno Orlando, ancor che giusto e pio,
Fu per scoppiar, perchè volea celarlo,
Come di Gano il novo oltraggio udio;
E benchè fa pensier di seguitarlo,
Pur se ne scusa e mostrasi restio,
Chè far non vuol sì grave ingiuria a Carlo,
Per commission del qual sa ch’avea Gano


ariosto.Op. min. — 1. 7