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82 canto


12
     Ruggier tenne lo ’nvito allegramente,
e l’armatura sua fece venire.
Or mentre che s’armava al re presente,
tornaron quei signor di nuovo a dire
chi fosse il cavallier tanto eccellente,
che di lancia sapea sí ben ferire;
e Ferraú, che parlato gli avea,
fu domandato se lo conoscea.

13
     Rispose Ferraú: — Tenete certo
che non è alcun di quei ch’avete detto.
A me parea, ch’il vidi a viso aperto,
il fratel di Rinaldo giovinetto:
ma poi ch’io n’ho l’alto valore esperto,
e so che non può tanto Ricciardetto,
penso che sia la sua sorella, molto
(per quel ch’io n’odo) a lui simil di volto.

14
     Ella ha ben fama d’esser forte a pare
del suo Rinaldo e d’ogni paladino;
ma, per quanto io ne veggo oggi, mi pare
che val piú del fratel, piú del cugino. —
Come Ruggier lei sente ricordare,
del vermiglio color che ’l matutino
sparge per l’aria, si dipinge in faccia,
e nel cor triema, e non sa che si faccia.

15
     A questo annunzio, stimulato e punto
da l’amoroso stral, dentro infiammarse,
e per l’ossa sentí tutto in un punto
correre un giaccio che ’l timor vi sparse,
timor ch’un nuovo sdegno abbia consunto
quel grande amor che giá per lui sí l’arse.
Di ciò confuso non si risolveva,
s’incontra uscirle, o pur restar doveva.