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nota 433


Ho pure motivo di ritenere che qualche emendamento sia venuto a passare da una parola ad un’altra. S’osservi questo verso:

che ti faran piacere il venir mio A
piacer B
piacer il venire mio C IV 9, 4.

Gli Edd. (Ruscelli, Morali ecc.) s’accontentano di correggere venir, senza domandarsi se l’errore non significhi qualcosa che a tutta prima non appare. Noto che, dopo incertezze frequenti nelle prime stampe, l’Ariosto preferisce decisamente nell’ultima, dinanzi a certe parolette come il, in ecc., le forme piene: andar il palafren B andare C I 36, 6, lasciar il campo ABC (Tipo 1°) lasciare C (Tipo 2°) 67, 8, cader in terra AB cadere C II 56, 3 ecc. La menda accennata ci testimonia pertanto una correzione fraintesa, sí che sará meglio leggere: «Che ti faran piacere il venir mio».

I Cinquecentisti ci han lasciato poco o nulla onde si possa trar partito, come giá si diceva, per ritoccare il testo del Furioso. Una testimonianza, ad ogni modo, merita d’essere ricordata. Il famoso passo delle beltá d’Olimpia è nell’autogr. (XI 70):

               Se fosse stata ne le valle Idee
          Vista dal pastor phrigio: io non so quanto
          Venere havesse havuto fra le Dee
          De la maggior bellezza il pregio e il vanto...

mentre in C si legge:

               Se fosse stata ne le valli Idee
          Vista dal pastor Phrigio, io non so quanto
          Vener, se ben vincea quelle tre Dee
          Portato havesse di bellezza il vanto...

La lez. di C, che pur tanto s’avvantaggia su α, contiene un errore. Simon Fórnari nella sua Spositione sopra l’O. F. (Firenze, 1549), dopo essersi ingegnosamente provato a difendere il testo, soggiunge concludendo: «Ma con maggiore agevolezza il nodo si solve sapendo, secondo io hebbi da M. Virginio, il verso essere depravato da’ stampatori, e havere il poeta lasciato scritto: Vener se ben vincea quell’altre Dee» (p. 50). Tutti gli Edd., e credo con ragione, hanno accolto l’emendamento.

Molte cose s’attribuiscono agli stampatori, ma chissá quante volte la colpa è proprio di lui, di messer Ludovico, un distrattone