Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/341


quarantesimoquinto 335


28
     Oh come ella sospira! oh come teme,
sentendo che se n’è come fuggito!
Oh come sopra ogni timor le preme,
che per porla in oblio se ne sia gito!
che vistosi Amon contra, et ogni speme
perduta mai piú d’esserle marito,
si sia fatto da lei lontano, forse
cosí sperando dal suo amor disciorse:

29
     e che fatt’abbia ancor qualche disegno,
per piú tosto levarsela dal core,
d’andar cercando d’uno in altro regno
donna per cui si scordi il primo amore,
come si dice che si suol d’un legno
talor chiodo con chiodo cacciar fuore.
Nuovo pensier ch’a questo poi succede,
le dipinge Ruggier pieno di fede;

30
     e lei, che dato orecchie abbia, riprende,
a tanta iniqua suspizione e stolta.
E cosí l’un pensier Ruggier difende,
l’altro l’accusa: et ella amenduo ascolta,
e quando a questo e quando a quel s’apprende,
né risoluta a questo o a quel si volta.
Pur all’opinïon piú tosto corre,
che piú le giova, e la contraria aborre.

31
     E talor anco che le torna a mente
quel che piú volte il suo Ruggier le ha detto,
come di grave error, si duole e pente,
ch’avuto n’abbia gelosia e sospetto;
e come fosse al suo Ruggier presente,
chiamasi in colpa, e se ne batte il petto.
— Ho fatto error (dice ella), e me n’aveggio;
ma chi n’è causa, è causa ancor di peggio.