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332 canto


16
     — Io non mi leverò da questi piedi
(diss’ella), signor mio, se del fellone
ch’uccise il mio figliuol, non mi conciedi
di vendicare, or che l’abbián prigione.
Oltre che stato t’è nipote, vedi
quanto t’amò, vedi quant’opre buone
ha per te fatto, e vedi s’avrai torto
di non lo vendicar di chi l’ha morto.

17
     Vedi che per pietá del nostro duolo
ha Dio fatto levar da la campagna
questo crudele, e come augello, a volo
a dar ce l’ha condotto ne la ragna,
acciò in ripa di Stige il mio figliuolo
molto senza vendetta non rimagna.
Dammi costui, signore, e sii contento
ch’io disacerbi il mio col suo tormento. —

18
     Cosí ben piange, e cosí ben si duole,
e cosí bene et efficace parla;
né dai piedi levar mai se gli vuole,
ben che tre volte e quattro per levarla
usasse Costantino atti e parole;
ch’egli è forzato al fin di contentarla:
e cosí comandò che si facesse
colui condurre, e in man di lei si desse.

19
     E per non fare in ciò lunga dimora,
condotto hanno il guerrier del lïocorno,
e dato in mano alla crudel Teodora,
che non vi fu intervallo piú d’un giorno.
Il far che sia squartato vivo, e muora
publicamente con obbrobrio e scorno,
poca pena le pare, e studia e pensa
altra trovarne inusitata e immensa.